rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

“Il Friuli non sia un castello ma una casa comune”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

"Una 'Patrie' non solamente o non per forza 'terra dei padri' ma sicuramente 'luogo in cui ci si sente a casa': non mero 'Vaterland', 'dit par todesc', una delle lingue della nostra terra, ma imprescindibile 'fogolâr', 'Heimat' da 'Heim' vale a dire 'casa'. Questo vorremmo fosse il Friuli. Una casa accogliente, per tutti, da amare sinceramente di un amore leale e ricambiato. Non un castello, privilegiata dimora per baroni da strapaese, barricati a difesa di orti e pollai da cui prontamente estirpare la 'gramigna' di ogni dissenso e rivoluzione, ma casa comune partecipativa, inclusiva, madre imparziale e amorevole con tutti i suoi figli, non partigiana matrigna al servizio dei suoi prediletti. Finché certa politica, certa stampa, certi potentati piccoli e grandi, certe clientele, certe 'parrocchiette', faranno il bello e il cattivo tempo spadroneggiando senza contrasto nella nostra quotidianità, quella 'Patrie' non sarà 'comune', di tutti noi, Friulani doc e non, ma solamente un'ulteriore scusa per zittire il 'popolo bue' in nome di una falsa unità patriottica ad uso e consumo di chi la presiede. È per questo che, in occasione della Festa della Patria del Friuli, abbiamo creduto importante un gesto di richiamo alla realtà dei fatti: la gente comune 'dal nestri Friûl" che oggi non si acconcia a subire le angherie dei poteri locali variamente espressi è presto condannata ad 'obbedir tacendo e tacendo morir'... salvo insorgere, civilmente ma con non meno vigore del passato turbinoso del suo territorio...". Ecco uno stralcio del messaggio a firma del prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic" e del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl", organizzazioni che, sul piazzale del Castello di Udine, di fronte all'antico Parlamento feudale, hanno dispiegato, nella ricorrenza regionale del 3 aprile 2017, una bandiera lunga dieci metri, cucita della "pasquottina" udinese Mirella Valzacchi e recante i colori della "Contadinanza" ovvero del popolo contribuente che soltanto grazie a grandi rivolte ottenne, nei secoli passati, d'incidere nelle decisioni sul proprio destino e sul proprio governo, ultima eco moderna europea del tribunato della plebe romana. Un atto simbolico come sfida ai potenti locali di ieri e di oggi, politici, economici, sociali e culturali, certo nel ricordo anche delle matrici della Udine storica, "Aquileia Nuova" e "Atene del Friuli" contro feudalesimo ed oligarchie sempre rinnovati, "non pacifica capitale di una 'pax' tirannica del territorio bensì rivoluzionaria interprete ed ispiratrice delle sue istanze di libertà". Il grande tricolore blu-bianco-giallo steso sul prato del Castello è stato, dunque, dalle insegne commemorative dell'eccezionale istituzione civica territoriale che per oltre due secoli e mezzo, dal Rinascimento all'Età Contemporanea, rappresentò un singolare "controparlamento" dei sudditi contribuenti opposto all'assemblea regionale dei governanti. Quelle insegne campeggiano, spesso non sufficientemente comprese e valorizzate, presso la Casa della Contadinanza in cima all'acropoli udinese: un appello alla cittadinanza di tutto il Friuli ad andarle a vedere e a serbarle nella coscienza di un popolo volto al futuro ma con il bagaglio di un grande ed inedito passato di esperienze civili. Dopo il messaggio del presidente prof. Travain, tra le delegazioni sociali intervenute, hanno preso la parola, sottolineando l'importanza culturale del gesto, innanzitutto lo scrittore sandanielese Maurizio Di Fant, vicecoordinatore del Fogolâr Civic, e il critico d'arte e storico romano Alfredo Maria Barbagallo. In qualificata rappresentanza dell'Arengo udinese contemporaneo, assemblea popolare della cittadinanza della Capitale del Friuli Storico, ha partecipato, inoltre, all'evento il presidente o cameraro prof.ssa Renata Capria D'Aronco, insieme ai procuratori arengari arch. Amerigo Cherici e dott.ssa Maria Luisa Ranzato. Presenti referenti e sodali del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico "Fogolâr Civic", del Circolo Universitario Friulano "Academie dal Friûl", del Club per l'Unesco di Udine e dell'Istituto del Nastro Azzurro. Un indirizzo di saluto e apprezzamento per l'iniziativa è prontamente giunto dal sindaco di Udine, prof. Furio Honsell.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Il Friuli non sia un castello ma una casa comune”

UdineToday è in caricamento