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Cronaca San Daniele del Friuli

Gruppo Kipre, Flai Cgil preoccupata per il futuro dei 500 lavoratori

Il sindacato si è detto sorpreso dalla decisione di avviare un percorso con un concordato o una vendita

Come annunciato nei giorni scorsi, la famiglia Dukcevich, dopo il mancato sostegno bancario al  piano industriale di rilancio presentato, sta valutando la cessione del Gruppo Kipre che attuamente dà impiego a circa 500 dipendenti fra le varie sedi sparse nelle province di Parma, Vicenza, Trieste e Udine. La notizia, che coinvolge una delle realtà leader nella lavorazione del prosciutto San Daniele, ha sorpreso - ovviamente - il mondo del sindacato. “Queste sono le eccellenze italiane che danno valore aggiunto al sistema paese, vale per loro e per altri marchi - spiega Marco Bermani, Segretario nazionale Flai Cgil -. Non è comprensibile che si arrivi al limite della rottura di un ciclo produttivo, per poi intervenire con un ridisegno di strategia industriale che rischia di diventare la soglia dell’impoverimento nella catena di trasformazione di questo prodotto nel nostro paese”. 

“Il Made in Italy non può essere solo uno slogan –  prosegue Bermani - e la salvaguardia dello stesso è la costruzione di equilibri forti tra l’origine del prodotto, la sua trasformazione e la sua vendita. La difesa delle produzioni italiane passa solamente attraverso la difesa del lavoro e le eccellenze dei lavoratori che fanno grande un prodotto. La Flai Nazionale è vicina a tutti i 500 lavoratori del Gruppo Kipre che, dopo la comunicazione tramite stampa della famiglia Dukvecich nel periodo natalizio, sono rimasti sorpresi e preoccupati. La decisione di cambiare strategia imprenditoriale sul gruppo ed avviare un percorso con un concordato o una vendita, ha lasciato esterrefatte tutte le maestranze che in tutti questi anni hanno sempre considerato la famiglia Dukvecich garanzia del loro futuro”.

“La Flai nei territori  di Parma, Vicenza, Trieste, Udine – conclude il sindacalista - ha chiesto di capire cosa sta succedendo in tavoli di confronto dove si porta il nostro contributo per la salvaguardia occupazionale. Si ricorda anche che, nel rispetto delle norme contrattuali vigenti, il Gruppo Kipre dovrebbe costruire un tavolo nazionale, perché situazioni così annunciate non possono creare lavoratori di serie B, pertanto vi chiediamo un incontro. Tutti i lavoratori hanno il diritto di sapere cosa è successo e tradurre al meglio le volontà del Gruppo per ribadire ancora una volta che sono le braccia del loro lavoro quelle che in tutti questi anni hanno fatto diventare grande questo Gruppo”.

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