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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Fiumicello

In arrivo il rapporto egiziano su Regeni: i servizi segreti lo seguivano

Le rivelazioni provengono dal quotidiano egiziano Al-Akhbar, in edicola oggi

Arrivano le prime indiscrezioni sul dossier che dal Cairo in Italia per informare gli inquirenti sul caso di Giulio Regeni, quello dal quale la famiglia del giovane ricercatore friulano ha detto di aspettarsi risposte nette, senza le quali ha invitato il governo ad azioni forti. Intanto gli investigatori italiani chiedono di acquisire anche i tabulati telefonici e il traffico di celle di una decina di persone, tra cui amici e conoscenti di Giulio Regeni per ricostruire gli spostamenti compiuti dal ricercatore italiano nei giorni precedenti la sua scomparsa.

Nel dossier che «una delegazione della sicurezza egiziana» consegnerà martedì al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ci sono anche i risultati di indagini compiute da apparati egiziani sui numerosi incontri dal giovane ricercatore friulano con ambulanti e sindacalisti al Cairo: citando «fonti della sicurezza»: lo scrive Al-Akhbar, uno dei maggiori quotidiani egiziani oggi in edicola.

Nel plico informativo, secondo quanto si apprende dal giornale, sono compresi «molti documenti e informazioni importanti» tra cui «foto» e «tutte le indagini su Regeni dal suo arrivo al Cairo fino alla sua scomparsa», ovvero «gli innumerevoli rapporti, i segreti dei suoi incontri con i lavoratori e i responsabili di alcuni sindacati sui quali conduceva ricerche e studi». Ci sarebbero «anche le deposizioni dettagliate dei suoi amici sugli spostamenti durante i suoi ultimi giorni al Cairo» e quelle «dei vicini dell'appartamento in cui viveva» nella capitale egiziana.

Il giornale scrive che nel rapporto del ministero dell'Interno egiziano per la Procura di Roma ci sono anche «informazioni importanti» sulla banda di criminali uccisi al Cairo e che avevano rapinato «l'italiano David qualche mese fa». La delegazione egiziana inoltre consegnerà gli effetti personali di Regeni, tra cui il passaporto, trovati nell'abitazione della sorella del capobanda, preannunciano le fonti del giornale, senza fornire nuovi elementi su chi ne sarebbe stato in possesso prima del fratello della donna.

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