rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Il caso Regeni tra mille contraddizioni: l'Egitto respinge le accuse e chiede tempo

La Procura locale, che indaga sul caso, ha negato che fossero stati trovati strumenti come laptop o smartphone. Il ministro egiziano:«Siamo ancora nella fase della raccolta di informazioni. La questione ha bisogno di tempo»

Il Procuratore capo di Giza, il sottosegretario Della Vedova, il ministro egiziano Abdel Ghaffar: sono gli ultimi nomi di una lista infinita di persone che sta dicendo la sua sul caso di Giulio Regeni. Molte parole per adesso, e altrettante ne scorreranno, ma quanto manca per sapere davvero qualcosa di più concreto e accertato sul giovane ricercatore barbaramente ucciso?

NESSUN DEVICE TROVATO. Il capo della Procura di Giza, quella incaricata dell'indagine sull'uccisione di Giulio Regeni, ha riferito che accanto al corpo del ricercatore italiano o nel suo appartamento non è stato rivenuto alcun telefonino, computer portatile o tablet. Ad una domanda dell'ANSA se sia stato trovato alcun cellulare, laptop o iPad, il procuratore Ahmed Nagy ha risposto che «non sono stati trovati accanto al corpo». Alla richiesta di precisare se non siano stati rinvenuti neanche in casa, il magistrato ha riposto «nemmeno».

NON ERA UN INFORMATORE. «È palesemente senza fondamento» che Giulio Regeni fosse un informatore dei servizi italiani. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova in un'interrogazione alla Camera sulla morte al Cairo del ricercatore italiano. «La solerzia dell'ambasciata è un elemento dovuto e, nella drammaticità, positivo. Chi sta al Cairo o in altre città complicate sa che non sta a New York», ha aggiunto rispondendo a quei deputati che hanno sollevato la questione di un impegno dovuto ma «particolare» sul caso Regeni.

EGITTO RESPINGE LE ACCUSE. Il governo del Cairo respinge le accuse contro le sue forze di polizia per il caso di Regeni. «Respingiamo ogni accusa, questi rumors apparsi su alcuni giornali non hanno fondamento, non accettiamo che si facciano false insinuazioni, questi non sono i metodi degli apparati di sicurezza dello Stato» ha commentato il ministro Magdy Abdel Ghaffar, in conferenza stampa, rispondendo a un giornalista che gli chiedeva se il giovane italiano fosse stato «arrestato dalla polizia». Il ministro Ghaffar ha quindi ribadito che Regeni non è stato arrestato e che la sua morte è «certamente da considerarsi un atto criminale». L'esponente del governo del Cairo ha comunque precisato che nessun sospetto è stato ancora arrestato. «Siamo ancora nella fase della raccolta di informazioni. La questione ha bisogno di tempo». ha aggiunto. Del caso Regeni hanno parlato anche il presidente degli Stati Uniti e quello italiano. Barack Obama ha ribadito a Sergio Mattarella che la sua amministrazione è pronta a collaborare per la ricerca della verità.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il caso Regeni tra mille contraddizioni: l'Egitto respinge le accuse e chiede tempo

UdineToday è in caricamento