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Cronaca

Niente più jazz, Velliscig rilancia: «Fascisti nelle istituzioni»

Il direttore artistico di Udin&Jazz ritorna sulla questione della chiusura, precisando quella che per lui è la vera criticità

Le dichiarazioni di Giancarlo Velliscig, direttore artistico del festival Udin&Jazz, hanno sollevato polemiche e scontri verbali tra i cittadini di Udine e altri protagonisti del mondo culturale. La decisione di non realizzare più il festival, giunto quest'anno alla sua ventottesima edizione, come tiene a specificare lo stesso Velliscig è connessa ai legami dell'amministrazione con l'estrema destra.

Antifascismo

«ll problema non non sono i rapporti con le amministrazioni di centro-destra, né a Trieste né a Udine, ma con chi porta i fascisti nelle istituzioni» ci tiene a sottolineare Velliscig. Gli organizzatori del festival, come precisa, hanno «lavorato per quasi trent'anni in questo settore in un continuo e positivo rapporto con le istituzioni, e in trent'anni abbiamo avuto di fronte amministratori di ogni colore e ispirazione.» La questione quindi non è da riscontrare nelle amministrazioni comunali, ma nel loro rapporto con neo-fascisti. «Quello che è accaduto a Udine è ben diverso da una semplice alternanza di amministrazioni: chi ha vinto ha chiesto e ottenuto i voti, poi determinanti, ai fascisti, impegnandosi poi a portarli nelle istituzioni.»

Fontanini

Quella di Giancarlo Velliscig non è una protesta politica, ma «la difesa di valori superiori alla politica - rilancia -. Di quelli fondanti la nostra società e il nostro paese democratico nato dalla resistenza contro il fascismo. E il mondo culturale non può non leggere il pericolo nel sottovalutare il superamento di questa soglia.»

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