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Cronaca

Come non avere più paura del freddo: le "dritte" di un fotografo friulano

I consigli pratici del “cacciatore” di aurore boreali, Gabriele Menis, giunto all’ottavo anno con i suoi viaggi in Lapponia

Può accadere che le temperature gelide che in questi giorni stanno stupendo gli italiani, da qualcuno possano essere accolte con il sorriso sul viso, come nel caso del fotografo Gabriele Menis, ribattezzato “cacciatore friulano di aurore boreali”, grazie alla consolidata esperienza in terra scandinava, prima come autonomo “esploratore” e da qualche anno come guida fotografica in viaggi fuori dalle rotte turistiche, finalizzati a scoprire le tradizioni locali e ad ammirare e immortalare questo mistico e incredibile fenomeno della natura. gabriele_menis-2Ormai al suo ottavo anno di spedizioni, Menis è pronto a partire di nuovo per la terra scandinava, dove passerà tutto il mese di marzo fra Lapponia finlandese e svedese, 300 chilometri a nord del Circolo Polare Artico. 

“Ho sperimentato temperature fino a -40 gradi fra Lapponia finlandese, svedese e norvegese”, spiega Menis. “In febbraio, durante la seconda parte di viaggi come guida fotografica di questo inverno, al mio arrivo ho trovato una temperatura di -36 gradi. Eppure sia io sia i partecipanti ai tour, anche i più freddolosi, non abbiamo mai avuto problemi. Basta seguire alcune regole importanti: per proteggersi dal freddo adeguatamente, è consigliabile vestirsi a strati (a cipolla), con abbigliamento non troppo stretto affinché ci sia un po’ di aria che ‘gira’ sotto i vestiti. Importante, inoltre, quando si entra negli interni delle abitazioni o in posti riscaldati, togliersi la giacca e pure il maglione, per evitare di scaldarsi esageratamente se poi bisogna tornare all’aperto, altrimenti si sarebbe molto più suscettibili alle temperature basse. Va coperta anche la testa, in quanto la nuca è una delle prime vie di dispersione del calore corporeo. Per lunghe permanenze all’aperto con temperature molto basse, in caso di freddo che si acutizza alle estremità (mani e piedi), si può muovere le braccia come una “centrifuga”, con movimenti ampi e rapidi, per far sì che il sangue meno denso e più caldo (quello che si trova nel tronco del nostro corpo) vada rapidamente anche alle estremità. Questi movimenti possono essere effettuati anche con le gambe, una alla volta. In qualche decina di secondi si sente subito il beneficio”.

Nell’ambito di quella che ormai, nel campo dei viaggi fotografici e non solo, viene definita una vera e propria “aurora boreale mania”, le esperienze proposte con la collaborazione del “cacciatore” friulano stanno catalizzando l’interesse di viaggiatori che vengono da tutta Italia (e non solo). I tour, infatti, amalgamano comfort e genuinità, snodandosi nelle terre lapponi più lontane dall’inquinamento luminoso, a nord del Circolo Polare Artico nella zona di Inari e Ivalo e a sud nella Valle del Tornio, fiume che divide la Finlandia dalla Svezia. Le attività, oltre ai workshop fotografici continui e per immortalare sua “maestà” l’aurora, sono gestite insieme a piccoli operatori od esperti radicati nel territorio, Sami e Lapponi, e spaziano dalla pesca sul ghiaccio allo sleddog nelle foreste innevate, dai giri in motoslitta e con le slitte trainate dalle renne alla preparazione del pane lappone nel “focolare” locale, la kota. La cucina genuina e i momenti dedicati al relax, con la sauna finlandese a disposizione, poi, aggiungono ancora più fascino all’esperienza di viaggio.

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