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Cronaca

Contraffazione e abusivismo in Fvg: 1 su 5 acquista prodotti contraffatti

Sei imprese su dieci risultano danneggiate dall'illegalità

INDAGINE AI CONSUMATORI

L'INDAGINE: Contraffazione e abusivismo in Friuli Venezia Giulia

Circa il 20% dei consumatori del Friuli Venezia Giulia dichiara di aver acquistato almeno una volta nel corso del 2017 prodotti illegali (contraffatti) o di aver utilizzato un qualche genere di servizio offerto da un soggetto che non era autorizzato ad erogarlo. Il profilo del consumatore che «acquista illegalmente» coincide spesso con quello di una donna, con un’età compresa tra i 35 ed i 54 anni. Il fenomeno dell’acquisto contraffatto prevale presso le famiglie con un unico percettore di reddito e con una capacità bassa di spesa.

Gli acquisti contraffatti si concentrano molto spesso su prodotti di abbigliamento (58%), scarpe/calzature (30%), prodotti di pelletteria quali borse, cinture, portafogli (30%), orologi, gioielli, occhiali (30%), prodotti alimentari e bevande (28%), audiovisivi, musica, videogiochi (13%).

Il fenomeno è più marcato presso le donne con riferimento all’acquisto di articoli di abbigliamento, calzature, pelletterie (che restano al primo posto tra gli acquisti tramite i punti vendita «tradizionali», ovvero il negozio fisico), mentre è più evidente presso gli uomini con riferimento a orologi, prodotti alimentari, audiovisivi. In linea generale, la crescita del fenomeno è piuttosto elevata anche sul web. Alla base degli acquisti di prodotti contraffatti c’è la convinzione da parte dei consumatori del Friuli Venezia Giulia di poter concludere un buon affare (si riesce a risparmiare). È così nel 74% dei casi. Appaiata la quota di coloro che ripiegano sugli acquisti illegali perché, di fatto, non possono permettersi (economicamente) di convergere su prodotti «legali» (72%).

In generale, oltre sei consumatori della regione ogni dieci reputano che acquistare prodotti illegali sia «normale» e utile per coloro che si trovano in difficoltà economiche. In questo contesto, è allo stesso tempo elevata la quota di coloro che si dichiarano del tutto informati sui rischi delle sanzioni amministrative che si corrono quando si acquista contraffatto: di fatto, il 73% dei consumatori è consapevole che acquistare prodotti illegali possa comportare dei rischi (in primis per la salute e la sicurezza personale), ma tende ad assumere ugualmente questo comportamento per le ragioni citate.

INDAGINE ALLE IMPRESE

L'INDAGINE: Confcommercio – GfK Italia sui fenomeni criminali

Il 61% delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi del Fvg ritiene di essere stato danneggiato dall’azione dell’illegalità almeno una volta in passato. Si tratta prevalentemente delle imprese di dimensioni più piccole (micro imprese, fino a 9 addetti) e di quelle operative nel settore del commercio al dettaglio.

In generale, tre imprese del commercio al dettaglio, del turismo, dei servizi della regione ogni quattro ritengono che il fenomeno dell’illegalità, al di là dell’andamento dell’economia, sia in progressiva crescita. Anche in questo caso sono soprattutto gli operatori più piccoli ad evidenziare tale preoccupazione. A livello settoriale, le strutture ricettive mostrano un malcontento superiore alla media, spesso dovuto alle nuove forme di illegalità che si stanno sviluppando sul web.

Con riferimento allo specifico territorio sul quale insiste la propria impresa, il 42% delle imprese del commercio al dettaglio, del turismo, dei servizi ritiene che il fenomeno dell’illegalità sia oggi in aumento rispetto a soli 12 mesi fa. Si tratta il più delle volte di micro imprese e di esercizi del commercio al dettaglio.

Concretamente, la presenza del fenomeno si materializza con la crescente concorrenza sleale, che risulta essere il primo effetto negativo dell’illegalità per le imprese della regione. La concorrenza sleale è temuta prevalentemente dalle strutture ricettive e dagli operatori più piccoli. A seguire, le imprese temono una riduzione dei ricavi (24,8%) e recriminano in parte per la spesa che deriva dall’acquisto di servizi di videosorveglianza / antitaccheggio o da personale di sorveglianza per la prevenzione del fenomeno (10,2%).

Proprio in questo senso, le imprese tendono a proteggersi il più possibile poiché sfiduciate verso le attuali norme in fatto di sicurezza: il 72% degli operatori del commercio al dettaglio, del turismo e dei servizi della regione ritiene infatti inefficaci le attuali leggi che contrastano fenomeni di illegalità. Le imprese di dimensioni più piccole e quelle del commercio sono le più scettiche circa l’efficacia delle attuali leggi.

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