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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lignano Sabbiadoro

Furti a Lignano mentre la gente è in spiaggia, custodia cautelare per i due sospetti

All'udienza di convalida i fermati hanno reso versioni contrastanti circa i mezzi e le modalità del viaggio in Italia e a parere del giudice  si sono incolpati reciprocamente. Secondo la difesa "Si tratta soltanto di incomprensione da parte del giudice della dinamica dei fatti a causa della barriera linguistica, considerato che nessuno dei due indagati parla l'italiano"

Il gup del tribunale di Udine ha convalidato il fermo e disposto l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti dei due cittadini serbi M. D. – difeso dall'avvocato riminese Gordana Kozlovacki Pasini –  ed M. S. – difeso dall'avvocato udinese Maria Federica Iacob –, intercettati a bordo di un'auto di proprietà di un soggetto terzo mentre lasciavano l'appartamento del residence "Verdemare" di Lignano, dove avevano alloggiato, per fare rientro in patria. A bordo della vettura, nel vano della ruota di scorta, era nascosto uno zaino contenente refurtiva – preziosi, anelli, collane, orologi, bracciali, computer, portatili, cellulari, droni, accessori vari – sottratta a dei turisti in vacanza tra Lignano e Bibione, che ne avevano subito denunciato il furto nelle giornate del 19, 20 e 22 luglio.

I furti erano stati compiuti tutti mentre i soggetti si trovavano in spiaggia, al mattino. In auto anche uno zaino contenente arnesi da scasso. Le vittime dei furti hanno poi riconosciuto parte della refurtiva rinvenuta, che per quanto accertato ammonta complessivamente a oltre 18 mila euro. All'udienza di convalida i fermati hanno reso versioni contrastanti circa i mezzi e le modalità del viaggio in Italia e a parere del giudice  si sono incolpati reciprocamente. I due avevano riferito di essere venuti in vacanza a Lignano come ospiti di un connazionale, che già si trovava in zona e che poi non sarebbe stato presente al momento del fermo, proprio perché andato a riconsegnare le chiavi dell'appartamento. Entrambi hanno riferito di non essere al corrente della presenza in auto della refurtiva nascosta nello zaino.

Secondo l'avvocato Kozlovacki Pasini le dichiarazioni degli indagati non erano affatto contrastanti tra loro, né tanto meno reciprocamente accusatorie. "Si tratta soltanto di incomprensione da parte del giudice della dinamica dei fatti a causa della barriera linguistica, considerato che nessuno dei due indagati parla l'italiano. Presenteremo il ricorso al Tribunale del riesame".
 

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