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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Sanità ed enti locali: dal 2009 persi 2.500 posti

La Funzione pubblica di Cgil: “Contratto subito, ma anche assunzioni stabili e basta appalti al massimo ribasso”

Concorsi unici su base regionale per coprire in modo strutturale i vuoti di personale nella sanità e negli enti locali, due comparti chiave che dal 2009 a oggi hanno perso quasi 2.500 addetti. A chiederlo è la Funzione pubblica-Cgil del Fvg, con la segretaria Mafalda Ferletti, che ribadisce l’esigenza di «una campagna massiccia di assunzioni per garantire il livello dei servizi ai cittadini e l’attuazione degli obiettivi delle riforme regionali della sanità e degli enti locali». L’appello arriva da Ronchi, dove stamane la Fp-Cgil ha riunito i suoi delegati, alla presenza della sua numero uno nazionale Serena Sorrentino e di Villiam Pezzetta, segretario generale della Cgil Fvg. «Il lavoro pubblico non chiede soltanto il rinnovo a condizioni eque dei contratti nazionali – ha detto Sorrentino – ma anche interventi strutturali per far fronte all’emergenza personale, requisito essenziale per far funzionare la macchina amministrative e difendere il nostro welfare».

UN BUCO DI OLTRE 3.000 POSTI

L’emergenza riguarda anche la nostra regione, come ha spiegato Mafalda Ferletti ricordando che la mancata copertura del turnover ha prodotto in Fvg “buchi” di oltre 1.800 posti negli enti locali, 600 nella sanità, 350 negli organici dei ministeri e delle agenzie fiscali, 250 negli enti parastatali. «Con conseguenze particolarmente gravi – ha spiegato Ferletti – nella sanità, dove prima del parziale recupero degli ultimi due anni i posti da coprire erano arrivati a quota 1.000, nei comuni più piccoli, vista la maggiore difficoltà di bandire concorsi e anche l’incremento della mobilità verso enti più grandi. Ma le conseguenze sui servizi sono evidenti anche negli enti previdenziali come l’Inps, la cui attività di sportello ha subito pesanti ridimensionamenti, e nei tribunali, dove aumenta il ricorso ai tirocinanti, già 16 in regione, lavoratori socialmente utili con compensi mensili di 400 euro a fronte di ben 15 giornate di lavoro».

ALLARME APPALTI

L’altro allarme, denunciato anche da Pezzetta, riguarda l’enorme ricorso agli appalti, e in particolare a quelli al massimo ribasso. «Il comitato paritetico formato da coop sociali e sindacati – ha detto Ferletti – ha registrato nella nostra regione ben 117 gare pubbliche fuori norma, prevalentemente per il ricorso al massimo ribasso, che dovrebbe essere sempre escluso perché si risolve automaticamente in tagli di posti, compressione delle paghe orarie, mancato rispetto dei contratti e delle norme di sicurezza. Si tratta di una piega che riguarda tutte le amministrazioni pubbliche, dalla regione agli enti locali, dagli ospedali alle università, e che chiediamo di debellare definitivamente perché gli enti pubblici dovrebbero essere i primi a combattere il lavoro povero e sottotutelato».

COMPARTO UNICO

Al centro del dibattito anche il rinnovo dei contratti nazionali, fermi al biennio 2008-2009, e dell’intesa sul comparto unico, che dopo l’impugnazione della norma regionale sul salario accessorio da parte del Governo ha incontrato l’ennesima battutas d’arresto. «Siamo in attesa del testo dell’emendamento con cui il Consiglio regionale dovrebbe superare questo ultimo ostacolo – ha detto Ferletti – e consentirci finalmente di arrivare alla firma definitiva. Ma il contratto non è l’unica priorità: se non vogliamo restituire efficienza alla macchina amministrativa, e far decollare davvero le Uti, servono anche assunzioni stabili attraverso concorsi unici su base regionale a scadenza periodica».

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