Frode Iva da 24 milioni di euro, 14 misure cautelari: operazione transregionale della Guardia di finanza di Udine
Coinvolte 37 imprese del settore della carta di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia. Sequestrati beni e soldi per un valore totale di oltre 600 mila euro
Complessa operazione della Guardia di finanza del comando provinciale di Udine per una frode fiscale in materia d'Iva, che ha coinvolto 37 imprese operanti nel settore della produzione e del commercio di carta. I militari hanno anche eseguito provvedimenti cautelari nei confronti di 6 società e di 8 persone fisiche operanti tra le province di Udine, Venezia, Milano, Brescia e Cremona. Sono stati anche
sottoposti a sequestro preventivo somme di denaro presenti nei conti correnti, crediti, beni mobili registrati e beni immobili, per un valore superiore a 600 mila euro. Il provvedimento di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine, su richiesta della competente procura della Repubblica.
I dettagli
Secondo le indagini, le 37 aziende coinvolte avrebbero utilizzato, nelle dichiarazioni annuali presentate ai fini delle imposte, fatture relative a operazioni inesistenti per 24 milioni di euro, con un’Iva evasa di oltre 3 milioni di euro. Il sistema di frode è stato realizzato grazie all’intervento di soggetti giuridici nazionali ed esteri.L'obiettivo era quello di emettere fatture per operazioni inesistenti, con lo specifico intento di realizzare la frode scoperta dai finanzieri. In pratica la complessa indagine delle Fiamme Gialle friulane ha fatto emergere come la cellulosa, materia prima per la produzione della carta, veniva commercializzata attraverso uno schema preordinato di cessioni e di acquisti tra diverse imprese con sede in Italia e in altri Paesi dell’Unione europea. Gli obblighi tributari del pagamento dell’Iva venivano fatti ricadere su soggetti nazionali che, in realtà, non provvedevano poi a effettuare alcun versamento a favore dell’erario. Così si otteneva un indebito vantaggio fiscale. E questo comportava che questi soggetti fossero presenti sul mercato a prezzi del tutto concorrenziali, a svantaggio degli operatori economici onesti.