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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Friuli Doc, le novità: no ai cocktail e alla birra alla spina, si al vino in calice

Presentate in comune le disposizioni per regolamentare la kermesse. Venanzi: “Puntiamo a una sempre maggiore identificazione territoriale, al consolidamento della valorizzazione dei prodotti locali”. Le nuove regole volute per maggiore trasparenza e chiarezza a vantaggio di partecipanti e pubblico

Riabbracciare i valori fondanti della prima edizione del 1995, una sempre maggiore identificazione territoriale, il consolidamento della valorizzazione dei prodotti locali e la loro costante tracciabilità. Più in generale una maggiore trasparenza e chiarezza nelle regole per partecipare alla manifestazione a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti. Friuli Doc, la più grande vetrina enogastronomica regionale, giunta quest’anno alla sua ventesima edizione, inizia a scaldare i motori con un regolamento tutto nuovo in vista dell’edizione 2014 in programma dall’11 al 14 settembre.

“Abbiamo pensato – spiega l’assessore comunale alle Attività produttive e Turismo, Alessandro Venanzi – che dopo 20 anni fosse giunto il momento di mettere mano in modo strutturale al regolamento, venendo così incontro da un lato alle richieste condivise con le associazioni delle proloco, con cui recentemente è stato siglato un protocollo, e dall’altro alle esigenze manifestate dalla Regione che ci ha chiesto, per poter vincolare i finanziamenti, una maggiore chiarezza e una trasformazione della rassegna verso una reale fiera enogastronomica. Questo – prosegue – ha portato alla necessità di un cambiamento nelle regole per garantire la continuità di una manifestazione che, lo ricordiamo, porta in città un giro di affari di 4 milioni di euro. In buona sostanza – chiarisce – vogliamo tornare all’idea di fiera, ovvero dove si degustino in vari stand le tantissime peculiarità del nostro territorio. Ed è questo che cercheremo di favorire”.

Diversi i punti messi nero su bianco nel regolamento approvato dalla giunta comunale e in vigore già da questa edizione dopo essere già stato condiviso con le categorie economiche. Innanzitutto si definiscono una volta per tutte sia le giornate dedicate alla kermesse, il secondo fine settimana, dal giovedì alla domenica di ogni settembre, sia gli orari di apertura degli stand (giovedì dalle 17.30 all’1, venerdì e sabato dalle 10 alle 2 di notte e la domenica dalle 10 alle 24) e quelli espressamente dedicati all’allietamento musicale, consentito, salvo diverse ordinanze sindacali, fino alle 23.30 di giovedì, alle 24 di venerdì, all’1 di notte sabato e alle 24 della domenica. “Tutte le attività collaterali – precisa Venanzi – dovranno essere autorizzate e approvate da un’apposita commissione in modo da evitare conflittualità con gli altri eventi organizzati dal Comune stesso, fermo restando che per quanto riguarda l’allietamento esercitato all’esterno dei locali partecipanti sarà favorita la musica dal vivo”.

Sul fronte dei soggetti che possono partecipare, a Friuli Doc come sempre ci saranno espositori del comparto agroalimentare, del comparto artigianale, esercizi di somministrazione, operatori su area pubblica e associazioni. In base al regolamento, tuttavia, tutti questi sono chiamati al rispetto dei criteri fondamentali della rassegna, ovvero proporre esclusivamente prodotti tipici e di qualità, con particolare attenzione a quelli doc, e dovranno garantire la tracciabilità, che deve essere legata al territorio. Ma non solo, perché i partecipanti dovranno assicurare, tra l’altro, il decoro degli allestimenti con strutture di colore neutro in modo tale da uniformare anche l’impatto visivo generale della kermesse privilegiando l’utilizzo di sedie e tavoli al posto di panche e tavoloni. Per quanto riguarda il comparto strettamente legato all’agroalimentare, il nuovo regolamento prevede che sia ammessa solo la presenza di espositori, consorzi, enti, comunità rappresentative del territorio, pro loco, sagre regionali e aziende private, che propongano prodotti esclusivamente tipici della Regione Friuli Venezia Giulia, presentati insieme al territorio di appartenenza, in modo tale da creare sinergia tra l’offerta enogastronomica e l’offerta turistica.

Capitolo a parte è dedicato agli esercizi di somministrazione, la cui partecipazione sarà consentita solo agli operatori aventi la propria attività all’interno dell’area della manifestazione. Questi, all’atto della domanda, dovranno presentare una proposta dettagliata (ad esempio piatto più vino o stuzzichino più vino, servito sempre in un calice di vetro), volta alla promozione dei prodotti regionali. “Anche qui – precisa ancora Venanzi – abbiamo voluto, a vantaggio di tutti, regole più precise. Per i pubblici esercizi che chiederanno la modifica o l’aumento dell’occupazione del suolo pubblico, sarà possibile ampliare quella esistente fino ad un massimo del 20%, mentre per quelli che non hanno estensioni esterne del loro locale, gli eventuali ampliamenti verranno concessi in base alla compatibilità degli spazi disponibili e, comunque, dovranno essere confinanti o adiacenti con la loro attività”.

I borghi cittadini che vorranno partecipare a Friuli Doc potranno farlo, riuniti in associazione, purché l’area della loro manifestazione sia confinante con quella organizzata dal Comune.

Sul fronte della somministrazione di bevande, poi, è raccomandato a tutti gli espositori di servire il vino, che non dovrà essere sfuso, in bicchieri di vetro (agli stand resta la raccomandazione, mentre per gli esercizi pubblici che amplino la loro attività all’esterno è obbligatorio). Per quanto riguarda la birra non sarà consentita, ad eccezione dei soggetti partecipanti alla loro promozione come i produttori artigianali, la somministrazione o la vendita alla spina, a meno che non si tratti di una birra legata al territorio regionale. La vendita o la somministrazione di cocktail o altri mix alcolici o superalcolici sarà vietata infine in tutti gli spazi esterni.

Ad eccezione di questa edizione, visti i tempi stretti, le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 20 giugno di ogni anno. Insieme con la domanda, che dovrà anch’essa passare al vaglio di un’apposita commissione, dovranno essere indicati, tra l’altro, un rendering dettagliato degli spazi occupati, i menù proposti e i relativi prezzi e l’indicazione di eventuali accordi commerciali. Il Comune di Udine, entro 30 giorni dalla scadenza del termine della presentazione delle domande, comunicherà poi l’accoglimento o il diniego della richiesta di partecipazione. Saranno escluse tutte le domande pervenute oltre il termine stabilito, che non rispettino i criteri generali della manifestazione e quelle presentate da soggetti che nell’edizione precedente abbiano avuto due sanzioni da parte dell’organizzazione, così come da quei soggetti che non siano in regola con l’assolvimento di crediti di qualsiasi genere nei confronti dell’organizzatore e delle sue società partecipate.

“Il nostro obiettivo – prosegue Venanzi – non è quello di aumentare la quantità di persone presenti a Friuli Doc, ma puntiamo ad accrescere il pubblico che sia interessato alla degustazione dell’eccellenze dei prodotti regionali e che non fraintenda, invece, i valori fondanti della manifestazione. Su questo – prosegue – abbiamo avuto il preciso mandato di riqualificazione di Friuli Doc da parte dei cittadini. Spetta ora a noi avere il coraggio di intervenire e mettere in pratica quanto ci è stato richiesto”.

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