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Cronaca Centro / Piazza della Libertà

Carlo Cracco a Friuli Doc: «I vini bianchi friulani i migliori al mondo»

Lo chef protagonista all'inaugurazione della kermesse enogastronomica: «La cucina friulana è grande e ha il vantaggio di essere associata al vino»

Ha preso ufficialmente via Friuli Doc, la celebre e consueta manifestazione enogastronomica che animerà da oggi, giovedì 8 settembre, a domenica 11 il centro storico della città di Udine con specialità culinarie e non solo. Testimonial dell'edizione 2016 è stato lo chef Carlo Cracco che ha apprezzato lo spirito di festa della kermesse, affermando che «La cucina friulana ha il vantaggio di associare la gastronomia al vino e le due cose insieme vincono. Se ci fossero grandi vini senza grandi ristoranti sarebbe un disastro». Lo chef ha elogiato i vini friulani, considerandoli i migliori al mondo e rivelando di non avere un vino preferito ma di essere «affezionato alla Ribolla».

Di fronte al pubblico, Cracco ha ricordato: «Il Friuli è conosciuto per le proprie eccellenze. Utilizzarli, promuoverli e svilupparli vuol dire farli sempre meglio. Se riusciamo a mantenere questo spirito avremo sempre questa bellissima manifestazione». Poi un simpatico siparietto sulle conoscenze di Cracco sul Friuli: lo chef non ha fallito sul Montasio contenuto nel frico ma è "caduto" su cosa fosse la Gubana. 

Carlo Cracco Friuli Doc 2016

Al taglio del nastro con le autorità avvenuto in piazza Libertà, il sindaco di Udine Furio Honsell ha considerato Friuli Doc una manifestazione capace di rinnovarsi. Il primo cittadino ha anche ricordato le popolazioni del centro Italia recentemente colpite dal terremoto, a partire dai 40 anni del sisma avvenuto in Friuli e annunciando una raccolta fondi durante la manifestazione.

Debora Serracchiani ha dato il benvenuto ai presenti ricordando quanto Friuli Doc fosse uno dei primi eventi capace di mettere insieme cultura, storia ed enogastronomia: «il ringraziamento è per chi ha creduto in questa manifestazione. Prima di essere scoperta, qui c'era un territorio capace di vivere il buon bere e il buon mangiare».

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