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Cronaca

La montagna dei presidenti è opera del friulano Luigi Del Bianco

Lo scalpellino originario di Meduno (Pn) il prossimo sabato verrà ufficialmente riconosciuto come il principale scultore dell'opera creata sul Monte Rushmore. Sabato 16 settembre la cerimonia ufficiale a Meduno e nel Sud Dakota. Risolto l' “Intrigo Internazionale”

Festa a Meduno dove, sabato prossimo alle 17.30, un Borgo del paese sarà intitolato a suo nome. Alle 19.00 sarà scoperta una targa-ricordo sulla sua casa natale, mentre contemporaneamente, dall'altra parte dell'Atlantico, al National Park Service si svolgerà una cerimonia nella quale sarà svelata la targa in suo onore progettata dallo scultore Michael Keropian. 

Stiamo parlando di Luigi Del Bianco (Le Havre, 9 maggio 1892 – New York, 20 gennaio 1969), lo scultore naturalizzato statunitense che a distanza di 76 anni viene finalmente riconosciuto come il padre dell'opera elaborata sulle rocce del Mount Rushmore National Memorial, nel Sud Dakota, visitata da circa 2,7 milioni di turisti l'anno e diventata iconica dopo la celeberrima scena del film di Hitchcock “Intrigo internazionale”, con Cary Grant. La scultura, come noto, vede scolpiti da sinistra a destra gli enormi volti dei quattro padri fondatori della repubblica federale, George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, e rappresenta rispettivamente la nascita, la crescita, lo sviluppo e la conservazione degli Stati Uniti. 

Omaggio postumo al friulano che scolpì i 4 presidenti sul Monte Rushmore

Luigi del Bianco

Del Bianco, dopo aver trascorso l’infanzia a Meduno, nella borgata Del Bianco, all’età di soli 11 anni si trasferì in Austria dove trovò lavoro come apprendista scalpellino. Appena 16enne emigrò oltreoceano stabilizzandosi a Port Chester, nello stato di New York. In America iniziò a lavorare come tagliapietre nella cava di Barre nel Vermont e qualche anno dopo venne assunto assieme ad altri 400 operai dal progettista ingegnare Gutzon Borglum e suo figlio per la realizzazione della faraonica opera granitica da loro ideata (in realtà il progetto prevedeva la realizzazione di quattro busti. Per mancanza di fondi ci si limitò negli anni ai soli volti) . I lavori iniziarono nel 1927 e vennero completati solamente 14 anni dopo, il 31 ottobre del 1941. 

La mano del friulano sui volti

Del Bianco lavorò sul Mount Rushmore nelle stagioni 1933, 1935, 1936 e 1940 e rislutò un "semplice" trapanatore fino alla fine del 1935 quando Mr. Borglum lo promosse intagliatore capo dopo che l'italiano se ne andò lamentandosi per il ruolo e la paga. Curò personalmente le parti più critiche della mastodontica opera, alta più di 20 metri. Fu il figlio Cesare, il quarto dei cinque figli di Luigi, a rendere noto negli anni '80 il ruolo che il padre ebbe nella realizzazione del monumento sul massiccio montuoso delle Black Hills.  Nella corrispondenza di Borglum si scoprono le ragioni della promozione. Qui alcuni esempi: «Vale più di tre uomini messi assieme che potevo trovare in America per questo tipo di lavoro»; «È l'unico intagliatore della pietra intelligente, capace di comprendere il linguaggio dello scultore»; «Bianco, come sapete, è ritornato e la sua presenza ci mostra ancora di più la sua indispensabilità. Egli è il solo tagliapietre intelligente ed efficiente che capisce il linguaggio dello scultore». (la storia è stata raccontata più nel dettaglio sul sito della Regione Fvg)      

Il postumo riconoscimento

Grazie al lavoro del figlio, 50 anni dopo, il 3 luglio 1991 in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione del Monumento, Luigi Del Bianco ricevette il meritato riconoscimento del suo lavoro. Per l'occasione fu emesso un annullo postale dalle poste americane con il suo nome e la sua foto in primo piano.

Qui alcuni esempi: «Vale più di tre uomini messi assieme che potevo trovare in America per questo tipo di lavoro»; «È l'unico intagliatore della pietra intelligente, capace di comprendere il linguaggio dello scultore»; «Bianco, come sapete, è ritornato e la sua presenza ci mostra ancora di più la sua indispensabilità. Egli è il solo tagliapietre intelligente ed efficiente che capisce il linguaggio dello scultore». (la storia è stata raccontata più nel dettaglio sul sito della Regione Fvg)      

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