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Cronaca

“Fratelli d'Europa” a porta Pracchiuso nel centenario dell'“Inutile strage”

Travain (Fogolâr Civic) “Onoriamo chi combattè con onore ma anche chi rifiutò di battersi!”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“Lum nestre di vite, fâs che tes venis de nestre memorie mai no si sfanti il ricuart di chel sanc nocent e gloriôs spandût jù pai secui in tantis Termopilis su cheste crosere antighe di Europe che e ten par sô mari Aquilee regjine, nobil umôr tornât indaûr a Mediterani e Mâr Neri, grim de sô liende prime, dutune cun aghis che a smontin rampidis dai crets vuardiâts des stelis alpinis”: con il poetico e toccante “Avôt dal Fogolâr Civic ai muarts pe patrie te Europe aquileiese”, preghiera laica nell'ancestrale lingua friulana, in memoria di piccoli e grandi eroi di tutte le “Termopili” alpino-adriatiche della Storia, preghiera letta solennemente dal presidente fogolarista prof. Alberto Travain e salutata da deferente inchino d'insegne rionali e sociali cittadine, si sono aperte le celebrazioni popolari spontanee per il 794° genetliaco urbano di Udine, nel ricordo di caduti e vittime della “Grande Guerra fratricida europea 1914-1918”, a cento anni dall'occupazione austro-germanica della città e della sua provincia. Ciò a Porta Pracchiuso, presso l'Oratorio di S. Valentino , dove più accanita fu la resistenza militare italiana dopo Caporetto affidata in gran parte al coraggio degli “arditi”. “Ma noi, udinesi e friulani veri, primogeniti della grande Aquileia, antica regina della Mitteleuropa, consideriamo fratelli anche i 'Mucs', i 'nemici' di allora, appartenenti a popoli con cui da sempre le nostre terre hanno avuto contatti significativi. Siamo ad omaggiare 'Fratelli d'Europa' nel centenario dell''Inutile Strage': chi su entrambi i fronti, in questo nostro Friuli, si battè con onore per la propria bandiera senza mai perdere l'umanità e certamente anche chi rifiutò di battersi, in ossequio al valore supremo della vita propria ed altrui” ha detto il prof. Travain ricordando come la chiesetta di Porta Pracchiuso, un secolo fa ridotta a deposito, oramai, in quel contesto urbanistico, sia rimasta l'unica testimone silente dei combattimenti del '17.

“La nostra presenza qui attesta che Udine non è morta, che esiste ancora” ha affermato il presidente locale dell'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, geom. Sergio Bertini, nella sua allocuzione celebrativa, mentre l'arch. Giuseppe Vacchiano, alla guida della Pro Loco di Città “Borgo Sole Udineovest”, ha invitato caldamente a riflettere sulle responsabilità dei padri circa le carenze di memoria storica e spirito civico riscontrabili oggi tra le generazioni dei figli. Il sig. Mario Rizzi, poi, delegato presidenziale del Circolo Culturale e Ricreativo “Nuovi Orizzonti” è intervenuto condividendo la categorica necessità di promuovere conoscenza e coscienza storiche, soprattutto tra i giovani, e ha richiamato la prospettiva dell'adesione del suo sodalizio a tale specifica iniziativa di celebrazione spontanea ovvero l'intento di contribuire a mobilitare cittadinanza e associazionismo attorno a un'istanza di rinnovamento della partecipazione popolare a Udine, istanza certo da proporre alla condivisione di tutti i candidati alle imminenti elezioni comunali. In ordine alla formazione sociale al bene comune, l'esponente civista ha voluto ricordare la proficua esperienza vissuta da ragazzino nella natia frazione udinese dei Rizzi all'epoca in cui la gioventù parrocchiale si raccoglieva attorno al valente cappellano, futuro vescovo, Pietro Brollo. L'arch. Amerigo Cherici, anche procuratore dell'Arengo cittadino riformato, ha ripreso il tema della trasmissione della memoria procedendo da un'ottica urbanistico-architettonica e richiamando nello specifico l'attenzione sulle alterazioni subite dal contesto che fa da sfondo al tormentato oratorio medievale di Porta Pracchiuso, in epoca napoleonica persino ridotto a magazzino e osteria.

Non è mancata poi la testimonianza di ricordi personali e familiari legati allo storico edificio, come quelli esplicitati dallo stesso arch. Cherici e dal sodale prolochista Marco Apostolico, mentre il priore della Confraternita del Santissimo Crocifisso, sig. Giuseppe Capoluongo, ha concluso la cerimonia con una preghiera per i defunti di quel tremendo conflitto europeo e mondiale di un secolo fa, che trasformò il Friuli ed Udine in un campo di battaglia. Tra i presenti alla cerimonia, oltre ai citati, anche il presidente e il vice dell'Arengo civico udinese, prof.ssa Renata D'Aronco e dott.ssa Maria Luisa Ranzato, nonché i consiglieri del Fogolâr Civic prof. Alfredo Maria Barbagallo, sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Milvia Cuttini insieme alla segretaria sig.ra Jolanda Deana e alla collaboratrice sig.ra Luigina Pinzano nonché rappresentanze del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e del Club per l'Unesco di Udine.

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