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Giovedì, 25 Aprile 2024
Degrado urbano / Centro / Viale Giacomo Leopardi

Escalation di violenza in zona stazione, sindaco e assessore: "Non possiamo fare di più"

"Servono maggiori controlli e misure più severe, ma il Comune ha le mani legate" dice Pietro Fontanini. Le responsabilità, per il primo cittadino e per Alessandro Ciani sono "dei buonisti di prima e della rotta balcanica"

La rissa di ieri in viale Leopardi con il ferimento di un agente della Polizia locale, in maniera inevitabile, innesca le reazioni di maggioranza e opposizione comunali. Da una parte il sindaco Fontanini e l'assessore competente Ciani scaricano le responsabilità su amministrazione precedente e rotta balcanica, dall'altra la consigliera del Pd Meloni accusa gli amministratori di avere fallito. 

Fontanini

“È una situazione molto pericolosa, con risvolti di violenza e a compierla sono immigrati clandestini che sono sul nostro territorio senza una casa, un lavoro e quindi si dedicano allo spaccio per recuperare le risorse per vivere” ha detto il primo cittadino sostenendo che l’episodio di ieri fosse una rissa tra bande rivali per l’egemonia dello spaccio di droga nel quartiere. Degenerata a causa della presenza di armi da taglio tra cui un machete. “Questa situazione è il frutto del buonismo delle precedenti amministrazioni – sostiene Fontanini –. Noi abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per risolvere la situazione. Abbiamo portato nel cuore del quartiere il presidio di polizia locale. Ma l’ordine e la sicurezza della città non sono nelle mani del sindaco. Per questo chiediamo la massima collaborazione anche delle altre forze dell’ordine. Occorre uno sforzo fatto con maggiore determinazione per restituire serenità ai cittadini. Uno sforzo che compete ad altri organi, non all’amministrazione comunale. Mi rivolgo quindi al prefetto e al questore, che sono responsabili della sicurezza di Udine”. Il sindaco, quindi, afferma di non poter prendere provvedimenti diretti: “Gli episodi hanno superato i livelli di guardia e ci vogliono risposte più concrete, ma non le posso dare io”.

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Ciani

Dello stesso avviso l’assessore alla Sicurezza Alessandro Ciani, che afferma come le colpe di questa escalation di violenza sia da imputarsi alla ripresa degli arrivi dalla rotta balcanica. E auspica una chiusura delle frontiere, per fermare il fenomeno e un intervento molto più incisivo del prossimo governo. “Quello che mi ha colpito di più di questa vicenda è che i cinque fermati nella rissa di ieri era già noti alle forze dell’ordine. Tutti avevano una lunga sfilza di precedenti. Spaccio di droga, risse, aggressione a pubblico ufficiale. Alcuni anche colpiti da decreti di espulsione. Gli strumenti per contrastare questo degrado ci sarebbero come, ad esempio, il Daspo. Ma vanno assolutamente implementati. È inaccettabile che soggetti con precedenti possano ancora circolare liberamente. Confidiamo che il nuovo governo si renda conto di come si sta evolvendo la situazione soprattutto nelle zone di confine come la nostra e prenda decisioni che possano colpire e fermare realmente la criminalità che stiamo vivendo sulla nostra pelle”.

Del Longo

A chiudere il commento del comandante della polizia locale Eros Del Longo: “Dobbiamo aspettarci che questi fenomeni aumentino di numero. Ma purtroppo noi abbiamo le mani legate. Non abbiamo gli strumenti adeguati per poter intervenire”.

L'opposizione

Critica l'opposizione, con la consigliera comunale del Pd Eleonora Meloni che ha affermato: “Glielo ripeteremo finché non ammetteranno: avete fallito. La giunta non ci provi nemmeno a scaricare su qualcun altro la responsabilità per gli episodi di violenza che quasi ogni giorno  si verificano a Udine. Governano la città da anni, la Lega e Forza Italia partecipano al governo nazionale anche in questo momento. Gli episodi di delinquenza non possono essere addossati solo alla ‘rotta balcanica’, visto che non la scopriamo oggi e che la delinquenza è anche nostrana. La Destra ha la responsabilità di una degenerazione e di uno sfilacciamento del tessuto sociale di Udine, di una finta sicurezza a base di telecamere e facce da cattivi, di zero misure di integrazione, di promesse  fatte in campagna elettorale e non mantenute. L’assessore Ciani invoca leggi più dure da Roma, Fedriga chiede l’intervento dell’Europa: si chiedano piuttosto dove hanno sbagliato e cosa possono fare loro nei ruoli che occupano”. 

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