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Cronaca

Querelle sul fondo Pasolini: la Joppi risponde al Centro studi di Casarsa

Pasolini, nel bene e nel male, ancora divisivo. La biblioteca Joppi risponde al Centro studi di Casarsa: "No a campanilismi, donazione sacrosanta. La finalità è mettere a disposizione questi materiali, a prescindere dalla loro proprietà»

Dopo la notizia del lascito da parte della prof. Giuliana Cumini di un centinaio di documenti originali - alcuni dei quali inediti - devoluti alla Biblioteca civica Joppi, ieri, il Centro studi di Casarsa ha elencato una serie di ragioni su come questa donazione alla città di Udine sia un atto sbagliato, letteralmente "un errore" citando la parola usata dal suo presidente. A quella dichiarazione, oggi replica il Comune di Udine attraverso le dichiarazioni di Romano Vecchiet, l'uomo alla guida della Biblioteca civica Joppi di Udine da circa un trentennio. 

«Siamo dispiaciuti per questa presa di posizione da parte del Centro studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, che naturalmente era stato avvisato per tempo della donazione - ha affermato il direttore -. Confidiamo comunque che questo fraintendimento possa essere superato anche con una futura collaborazione fra i nostri due enti. Nessuno ha mai cercato di nascondere questa donazione, ma se la professoressa Cumini ha scelto di donare questo prezioso fondo a Udine, non a Cividale – suo paese di nascita e dove oggi risiede – né a Casarsa, e né tantomeno di vendere a qualche ricca istituzione straniera, ciò è avvenuto per sacrosanti, personali e insindacabili motivi. Per quanto riguarda invece le questioni relative alla consultazione dei documenti sarà mia cura interessare la Soprintendenza archivistica regionale».

Il direttore della Joppi tende comunque la mano al Centro studi Pasolini. «Non ci debbono essere opposizioni campanilistiche tra Udine e Casarsa – sottolinea Vecchiet –. La battaglia da fare insieme è invece un'altra: quella di poter mettere a disposizione di tutti coloro che lo volessero questi materiali, di confrontarli filologicamente tra loro, a prescindere dalla loro proprietà». Una posizione condivisa anche dall'assessore alla Cultura del capoluogo friulano, Federico Pirone. «Il Comune di Udine e la biblioteca Joppi hanno beneficiato di una preziosa donazione e non è nel nostro Dna, né in quello delle altre istituzioni cittadine, perserguire logiche di campanile o di autoreferenzialità – spiega Pirone –. Sicuramente le garanzie che può offrire una biblioteca come la Joppi, di fronte a materiali originali di un grande intellettuale come Pasolini, sono quelle della trasparenza, della proprietà pubblica e della condivisione dei propri beni nell'interesse del territorio a cui facciamo riferimento. Entrambe le nostre realtà fanno comunque parte di un sistema in cui la collaborazione tra enti diversi è fondamentale, soprattutto in un'era in cui il digitale ha trasformato completamente le modalità di consultazione ai fondi archivistici».

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