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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro

Fogolâr Civic: tra “amarcord” udinese e processo alle generazioni

Accesi dibattiti alla sede dell'associazione, discutendo della Udine che fu e che non tornerà più

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

"Udine era più vivace negli anni '80" ha concluso Paolo Pertusati, apprezzato impiegato udinese, con trascorsi d'impegno politico e istituzionale nelle circoscrizioni cittadine, ospite, mercoledì 7 novembre 2012, degli appuntamenti settimanali di cultura civica "Çacaradis Sitadinis", organizzati dal movimento "Fogolâr Civic" e dal circolo universitario "Academie dal Friûl" presso il ritrovo "Al Vecjo Trangon" di Via Pelliccerie 12a, nel centro storico del capoluogo friulano.

Pertusati ha intrattenuto il folto uditorio con una carrellata di memorie sugli sviluppi della realtà udinese dal Dopoguerra a oggi, dall'arrivo dei profughi istriani al radicamento in città dei militari, dall'avvento dei supermercati alla "Grande Udine" dell'indimenticato sindaco Candolini, sino alle vicende degli ultimi decenni, all'arrivo, nell'hinterland, dei centri commerciali (addirittura la massima concentrazione d'Europa!) e al depauperamento variamente inteso del centro storico.

Una carrellata anche sull'avvicendarsi delle generazioni. Su questo punto ad accendere la miccia del dibattito più appassionato, è stato l'intervento del presidente del Fogolâr Civic e dell'Academie dal Friûl, prof. Alberto Travain, che ha lanciato una fiera invettiva contro la propria generazione: "una generazione, salvo casi a parte, di genitori che rovinano la società, la scuola e lo Stato elevando i figli a 'piccoli principi', moralmente e legalmente irresponsabili, di fronte ai quali il mondo intero è chiamato ad inchinarsi, viziati all'estremo per comprare la loro accondiscendenza alla proprie avventure libertine e alla propria incapacità di tenere unita una famiglia". "Causa della deriva delle generazioni di oggi sono innazitutto le famiglie: i tanti genitori separati o divorziati che viziano i figli" ha ricarato, tra il pubblico, la signora Luigina Pinzano. "Le carenze dei padri di oggi sono da addebitarsi ai padri di ieri" ha ribattuto la cittadina Jole Deana, mentre il signor Gianfranco Passone ha preso, invece, le difese di "una generazione nata in tempo di guerra ed, in fin dei conti, esclusa da ogni scelta".

Gli ha replicato il geom. Sergio Bertini dicendo che "quella è stata una generazione poco attenta, insensibile, causa senz'altro l'ingenuità della generazione dei padri che ha cercato di evitare al proprio "sangue" le sofferenze patite in prima persona". "Non si tratta, oggi, solo di viziare, ma intenzionalmente di maleducare: di insegnare male" ha rimarcato il signor Franco Dorigo a proposito di tanti genitori di oggi. "Abbiamo perso i veri valori della famiglia: questo è il punto" ha detto il tenore Gianfranco Savorgnan cui ha fatto eco la signora Francesca De Marco, che ha sottolineato come "ai figli di oggi abbiamo fatto mancare i valori, la religione, l'educazione, le regole del vivere in famiglia, la giusta serverità, il rispetto per gli adulti". "Se mancano le regole manca tutto e certo fa male vedere gioventù che per questa mancanza davvero si rovina" ha detto la cittadina Marisa Celotti, mentre la signora Mirella Valzacchi ha ribadito la necessità di "alternare, al guanto di velluto, il pugno di ferro". Il commerciante Renato Chizzo ha sottolineato comunque che "pochi della generazione dei padri di oggi possono, per meriti dimostrati, davvero permettersi di 'bacchettare' la generazione dei loro genitori". Sul tema della scarsa vivacità del centro cittadino la signora Oriana Lucio ha detto che "Udine è una città deserta che si anima soltanto la sera, grazie agli studenti e agli avventori dei locali". Causa di questo, secondo il cittadino Giuseppe Capoluongo, "una classe politica che promuove generalmente poche grandi manifestazioni, non iniziative di aggregazione capillare". "Grandi manifestazioni vuote - ha rincarato la signora Rosalba Meneghini -, che non lasciano spazio all'incontro e al rinnovamento delle tradizioni, come avviene, invece, in Austria, ma anche a Trieste o nell'Italia meridionale". Al termine dell'incontro l'arch. Luciano Cocetta ha proposto all'attenzione di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl la necessità di promuovere un restauro degli stemmi medievali di Porta Manin, tema sul quale il presidente Travain ha garantito l'interesse dei due sodalizi.

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