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Cronaca Centro / Via Mercatovecchio

Il fisarmonicista che teneva viva Udine nel lockdown sarà espulso dall'Italia

L'ucraino Liubomyr Bogoslavets si trova al Cpr di Gradisca d'Isonzo. Da lì – salvo sorprese – verrà rimpatriato nella sua nazione d'origine

Se ci si riferisce a Liubomyr Bogoslavets il nome dice poco o nulla, ma quando si parla del fisarmonicista straniero che teneva in vita la città nel corso del lockdown è impossibile che gli udinesi non lo conoscano. Il rischio di non poterlo sentire più è però alto. Anzi, salvo imprevisti Liubomyr sarà rimpatriato nella sua terra d’origine, l’Ucraina. Il musicista si trova trattenuto da alcuni giorni al Cpr di Gradisca d’Isonzo. Nel momento in cui uscirà dalla struttura sarà solo per lasciare il paese e andare verso est, anche se “da quelle parti non ha più nulla, né proprietà e nemmeno contatti”, come ci racconta Alessandro Campi, l’avvocato che ha preso in carico la posizione del musicista.

Le difficoltà

Ma com’è potuto accadere che Bogoslavets – con uno storico da vincitore di diversi concorsi nella penisola – finisse in questa situazione? “Era in possesso di un visto di ingresso multiplo – spiega Campi –. Si tratta di un documento che viene rilasciato di base per motivi di affari, tra cui possono essere fatti rientrare quelli artistici. La durata ordinaria è di 3 mesi. Lui era arrivato da noi nel gennaio del 2020”. Prima che scadesse il visto è accaduto però l’imponderabile, con la pandemia che ha colpito l’Italia e il resto del mondo. “Si sono verificate tante complicanze nel frattempo – racconta Campi –. Qualche leggerezza da parte di Liubomyr c’è stata. Era convinto di aver richiesto asilo politico, ma poi non era così. L’Ucraina, dal momento dell’inizio dell’emergenza Covid, ha chiuso subito le frontiere per gli arrivi dall’Italia. Diciamo che il musicista, per certi versi, è rimasto intrappolato”.

Espulso

E’ arrivata poi l'espulsione dal nostro territorio nazionale, verso la quale Campi aveva proposto ricorso a Udine, ma il tentativo non è andato a buon fine e l’obbligo di allontanamento è stato reso esecutivo. Liubomyr non se n’è andato, ha continuato a girare in Friuli, ospite di qualche esponente della comunità ucraina, fino a quando – pochi giorni fa – è stato sorpreso a Grado, mentre suonava, e condotto al centro di Gradisca una volta accertata la sua posizione di irregolare sul territorio nazionale. Ieri è stata emessa la convalida del trattenimento al centro, anticamera del rientro in Ucraina. “Ora può stare lì qualche mese – spiega Campi –. Le autorità Italiane cercheranno di rimpatriarlo e salvo lacune di carattere burocratico legate a dei termini in scadenza farà ritorno nella terra d’origine. Sto comunque cercando di fare tutto il possibile per scongiurare questa evenienza”.  

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