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Film Commission, la protesta dei lavoratori del settore si fa sentire

I professionisti del cinema si sono incontrati al Visionario di Udine per far sentire la loro voce riguardo al destino della Film Commission FVG. Sono 200 i posti di lavoro in pericolo

I professionisti dell'industria cinematografica e dell’audiovisivo regionale si sono mobilitati per dire il loro no alle incomprensibili decisioni del Consiglio regionale di abolire la Film Commission e il Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia.

Lo hanno ribadito con forza durante la conferenza stampa che si è tenuta nella sede del Visionario di Udine alla presenza del sindaco di Udine Furio Honsell, dell’assessore alla cultura Luigi Reitani, del consigliere regionale Piero Colussi, del consigliere comunale di Trieste Giovanni Barbo, del direttore dei civici musei di Udine Marco Biscione e del direttore di Confartigianato Udine Gian Luca Gortani.

“Chiediamo risposte concrete e garanzie” - hanno detto i portavoce del comitato dei lavoratori dello spettacolo costituitosi per l'occasione, al quale collabora anche Confartigianato Udine. “Riteniamo che la conseguenza immediata della chiusura di Film commission e del fondo audiovisivo, siano il collasso del settore dell'audiovisivo e l’inevitabile perdita occupazionale di oltre 200 professionisti, di più 100 imprese,  di un centinaio di attori oltre ad una media annuale di 3000 comparse. Senza contare che fino alla scorsa settimana questa regione, oltre ad essere un modello da seguire in base all'efficienza e ai risultati ottenuti, era un luogo in cui si poteva crescere a livello professionale, si potevano creare imprese ed indotto economico, emergere con la propria creatività, e mostrare questo territorio al mondo grazie ad una rete di relazioni, di riconoscimenti e di affidabilità sviluppati con costanza e tenacia nel corso di quindici anni”.

Film commission, la protesta dei lavoratori del settore

Queste tesi sono state espresse nel corso della conferenza stampa da Erika Barbiani, produttrice, Alessandro Coleschi, location manager, Alberto Fasulo, regista, Dorino Minigutti, autore e produttore, Antonella Perrucci,  produttrice e casting director, Roberto Cuello, portavoce del Club del Cinema e dell’Audiovisivo di Confartigianato Udine.

Grazie alle competenze della Film Commission e del Fondo Audiovisivo – è stato evidenziato - nel creare contatti in una regione defilata geograficamente, è stato possibile creare buona occupazione, distribuire le opere realizzate, accogliere e ospitare investitori nazionali ed esteri che sono riusciti, anche grazie ad un bacino di varie professionalità, a rendere reale e fattibile un'operazione così complessa.

La conferenza stampa è stata l’occasione per creare un’assemblea permanente che riunisca tutti i lavoratori dell’audiovisivo. “Restiamo in attesa che il presidente Tondo e la sua Giunta – è stato evidenziato -  intervengano immediatamente per porre rimedio a questa situazione; nell’eventualità ciò non avvenga aspetteremo comunque le risposte che la Giunta regionale è tenuta a dare alle nostre domande. Pronti ad una mobilitazione immediata qualora queste risposte non diano sufficienti garanzie sullo svolgimento dei compiti che finora erano stati gestiti con qualifica e professionalità dalla Film Commission e dal Fondo dell’Audiovisivo.”

 

Le richieste del Comitato alla Regione:

  • Chi è adesso l'entità preposta a gestire quest'incarico e con quali concrete competenze e professionalità rispetto all'industria dell’audiovisivo?
  • Chi sarà in grado di promuovere le nostre professionalità e competenze rispetto alle necessità delle imprese del settore che vorrebbero investire sul territorio?
  • Chi sarà in grado di garantire il necessario e continuo supporto alle produzioni?
  • Ci saranno ancora contributi alla formazione, allo sviluppo di progetti e alla distribuzione di prodotti audiovisivi nati in FVG?
  • Esiste una strategia che possa tutelare i posti di lavoro e l'indotto che le strutture preposte assicuravano fino a oggi? Se esiste, qual è?
  • Chi ci garantisce che il tema trattato in un progetto presentato o il punto di vista dell’autore non saranno discriminanti nell’accesso o meno ai fondi, libertà espressiva garantita in primis dalla Costituzione italiana?

 

 

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