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Cronaca

L’appello: «Non toccate i piccoli di cervo e capriolo»

L'invito arriva da Salvatore Salerno di Federcaccia: "i cuccioli non sono abbandonati, ma lasciati soli nel loro habitat naturale dalle madri che si spostano a poca distanza per nutrirsi. L’odore che lascia l’uomo sul manto degli animali, se accarezzati o tenuti in custodia anche per poco tempo, diviene un deterrente per il riavvicinamento del genitore"

Piccoli di lepre, cervo e capriolo lasciati soli nel loro habitat naturale non sono abbandonati dalla madre. E dunque non vanno toccati, tanto meno raccolti e portati a casa. L’avvertimento arriva da Salvatore Salerno, coordinatore provinciale delle guardie venatorie ambientali zoofile di Federcaccia Udine, in un periodo in cui nasce gran parte della fauna selvatica. «Nella maggior parte dei casi i cuccioli non sono abbandonati, ma lasciati soli nel loro habitat naturale dalle madri che si spostano a poca distanza per nutrirsi – spiega Salerno –. La conformazione, il colore del mantello e l’assenzaL’appello«Non toccate i piccoli di cervo e capriolo» di odore dei piccoli sono naturali soluzioni difensive che li rendono meno individuabili dai predatori. Va anche saputo che durante i primi giorni di vita i piccoli non sviluppano l’istinto di fuga e che, in caso di disturbo, rimangono immobili accovacciati nell’erba alta».

L’odore che lascia l’uomo sul manto degli animali, se accarezzati o tenuti in custodia anche per poco tempo, diviene al contrario un deterrente per il riavvicinamento del genitore. «Le nostre guardie – fa sapere il neopresidente di Federcaccia Udine Adriano Piccoli – sono impegnate nell’informare i cittadini sul comportamento naturale di animali che non devono essere prelevati dal loro habitat». Alla luce delle sempre più frequenti chiamate di persone che raccontano di aver trovato cuccioli di fauna, l’appello di Salerno è a «lasciare questi piccoli animali in pace, lì dove sono stati avvistati: in questo modo sono al sicuro». La vigilanza ricorda infine che «la legge vieta la raccolta e il trasporto della fauna selvatica senza l’autorizzazione delle autorità competenti, che possono intervenire per il recupero o dare disposizione in merito al trasporto ai centri di recupero fauna autorizzati».

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