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Cronaca Sauris

Bombe e mortai a Sauris, la rabbia della vallata di fronte alle esplosioni

Come accade da tempo sono riprese le esercitazioni militari sul monte Bivera, suscitando il disappunto di chi vive la zona

Espolodono le bombe sul Monte Bivera, al confine tra Friuli e Veneto, producendo un rumore spaventoso e dei danni difficili da valutare per le ripercussioni che hanno sull’equilibrio faunistico di una zona che dovrebbe essere incontaminata.  

La vicenda va avanti da decenni, con polemiche annesse, e puntualmente - tra fine maggio e i primi di giugno, con un’appendice anche in autunno - la situazione si ripropone. Abbiamo raccolto lo sfogo di un cittadino saurano, che ha registrato anche il video che potete vedere e soprattutto ascoltare. 

«Da tantissimi anni soffriamo questa situazione qui a Sauris, assieme alla Val Pesarina e al comune di Vigo di Cadore, in provincia di Belluno. Ogni anno le esercitazioni militari, oltre a produrre il frastuono, distruggono zone spettacolari, uniche nel loro genere. La gente in paese si sta scocciando sempre di più. Ogni amministrazione che si è succeduta alla guida del Comune ha cercato di fare qualcosa, ma è dura schierarsi contro l’Esercito».

Oltre a rumore e distruzione, considerando che vengono fatti esplodere diversi ordigni, si pone anche la questione ambientale? «Certo. La servitù demaniale su cui si piazzano è usata nel resto dell’anno dai malgari per portare al pascolo le mucche. Cosa si ritrovano a mangiare quelle povere bestie? E chi raccoglie le erbe di campo cosa porta sulla sua tavola? Per non parlare dei residui materiali che vengono lasciati lì. Camminando in zona si può fare un vero e proprio tour di reperti bellici». 

Il “blocco” di questo periodo condiziona anche gli spostamenti. «Si, essendo chiusa - sempre per questioni di carattere militare - la provinciale che collega al Veneto (quella che porta verso Casera Razzo) si pone anche un problema logistico, visto che il ponte sul Lumiei è in fase di ristrutturazione. Per spostarci, da Sauris, l’unica strada rimasta praticabile è quella del passo Pura. Siamo ostaggi della nostra vallata». 

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