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Cronaca

Escrementi di topo tra le patatine offerte dal chiosco, rissa sfiorata

Il grave episodio si è verificato in campo di calcio a 5 cittadino dopo una partita. La testimonianza diretta di uno dei partecipanti

Escrementi di topo in mezzo alle patatine consumate dopo una partita. È finita tra momenti di tensione e forti preoccupazioni una sfida a calcio a 5 tra colleghi di lavoro, a metà di questa settimana. 

I FATTI. Nello svago del post partita, al chiosco della struttura che ha ospitato l’incontro, in un sacchetto di “chips” offerto dal gestore al gruppo di compagni di lavoro è capitata la cattiva sorpresa. L’episodio si è verificato in un centro sportivo cittadino, attivo da diversi anni con alcuni campi da gioco. La notizia è arrivata dalla voce di uno dei partecipanti: «Terminato il match siamo andati al chiosco, abbiamo preso delle birre in bottiglia e il gestore ci ha messo un po’ di patate confezionate in un vassoio. Il sacchetto - quelli grandi che di solito hanno i bar - era aperto, ma non so dire se fosse così da prima o se lo avesse aperto sul momento. Mangiando le prime patatine avevo avuto una sensazione strana, ma pensavo fosse dovuta alla stanchezza del post gara. Una volta finito il vassoio il gestore ha svuotato completamente il sacchetto, facendo uscire anche il contenuto che stava in fondo, degli escrementi di topo». 

LE VERIFICHE E LE REAZIONI. Sulla natura “particolare” del contenuto il nostro interlocutore  si è detto certo: «Ci siamo immediatamente agitati e abbiamo controllato sul web di che cosa si trattasse, avendo numerose conferme e riscontri sull’ipotesi escrementi. La situazione si è fatta subito tesa, e si è sfiorato lo scontro fisico con il gestore. Si è scusato per l’accaduto, ma un paio di parole non basterebbero di certo a sanare la situazione nel caso in cui le cose si complicassero». Eh si, perché i possibili effetti di una patologia legata agli escrementi dei topi non sono liquidabili facilmente. 

LE CAUTELE. «Dopo 48 ore dalla vicenda ho avuto febbre e dissenteria - ci racconta il malcapitato -, ma il mio medico, con il quale mi sono consultato, mi ha rassicurato sulla normalità della cosa, visto che il corpo stava reagendo in questo modo per proteggersi ed espellere quelle tossine. Ho chiesto anche di eseguire delle analisi in un centro specialistico, ma devono passare due settimane perché i test - per esempio quelli sulla leptospirosi - siano veritieri. Così hanno naturalmente fatto tutti i miei colleghi. Abbiamo anche scritto una mail al gestore del campo, intimando che non lasceremo di certo passare la cosa nel caso in cui qualcuno dovesse patire delle conseguenze». 
 

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