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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Ein Prosit sì, Ein Prosit no: il braccio di ferro all'interno del Comune di Udine

Tra chi lo ritiene una manifestazione di successo e chi ne critica l'arrivo forzato a Udine, l'evento fa indiscutibilmente ancora parlare di sé

Sono destinate a non esaurirsi le polemiche legate ad Ein Prosit. Prima per aver portato via un format alla montagna, poi per i pasticci degli uffici tecnici del Comune di Udine. A voler dire la sua è anche il consigliere dem Vincenzo Martines che, uscendo dal coro, mette anche in discussione il successo dell'evento, considerandolo "format esportabilissimo".

Prendo un budget enorme, finanziato dal Pubblico, soldi dei cittadini, invito chef stellati, bravissimi da ogniddove, li metto a cucinare nei posti eleganti di una città bella e accogliente. Invito la migliore stampa specializzata alla quale propongo chef che ovviamente non sbagliano, perché esprimano sofisticati giudizi. Replico assaggi di vini, e prodotti del territorio sennò non si giustifica la Promozione, anche se già si fa sia in una festa pop chiamata Friuli Doc, sia al campionato mondiale dei vini bianchi, a Udine, vini dei quali in Friuli per esempio sono maestri. Fatto. Il successo è indiscutibile. Un format di successo replicabile ovunque, anche a Milano, magari finanziato in altro modo, ma altrettanto amabile e alla moda. 
Gli si può cambiare nome magari chiamandolo “libiamo i calici” più lombardo e verdiano, e si ricomincerebbe, allo stesso modo, in un posto di sicuro successo. 
Ein Prosit nasceva ai confini con l’Austria. Ora si spersonalizza in un format algido e buono per qualunque location. Qualità messe lì in esposizione sganciate dal posto che ne fa da vetrina. Lo hanno insomma sempre più allontanato dal concetto di territorio, si può fare ovunque, funziona, i giornalisti specializzati apprezzano, forse, di sicuro nei loro precisi commenti, ma con un rapporto “freddo” col territorio che può, a questo punto, non sentire sua una manifestazione da esortazione.

Dall'altra parte arriva invece una presa di posizione più che positiva del Comune di Udine, per bocca dell'assessore al turismo e grandi eventi Maurizio Franz.

«Fa un immenso piacere che questa prima edizione udinese di Ein Prosit sia stata unanimemente archiviata come un successo straordinario. Per noi, quella di portare la kermesse a Udine, dopo vent’anni di presenza nel tarvisiano, è stata una sfida nella quale abbiamo creduto fin dall’inizio e vinta nonostante le iniziali resistenze di alcuni». 

«Oggi fortunatamente - prosegue Franz - queste perplessità si sono trasformate in un coro di richieste di trattenere per i prossimi anni la manifestazione in città, al quale non posso che rispondere che, essendo stati gli artefici dell’accordo con il Consorzio del Tarvisiano, siamo i primi ad essere consapevoli del valore di Ein Prosit e della visibilità che garantisce a Udine a livello internazionale, e quindi dell’importanza della continuazione di questa collaborazione». 

Alle critiche, Franz replica che questa prima edizione udinese di Ein Prosit ha rappresentato «un’importante occasione per iniziare a definire un metodo di lavoro basato non solo sulla collaborazione tra i vari territori del Friuli, dal tarvisiano ai comuni limitrofi a Udine, ma anche sulla sinergia che si è venuta a creare con la Regione e l’Università».

In particolare, l'assessore sottolinea il lavoro dell'amministrazione comunale di Udine. «Noi, come Amministrazione, abbiamo contribuito mettendo a disposizione ben sette tra le più prestigiose sedi di proprietà del Comune, permettendo così agli ospiti della manifestazione di calarsi nella storia e nell’arte della nostra città, dal Salone del Parlamento del Castello, a Casa Cavazzini a Palazzo Morpurgo a Palazzo D’Aronco. Il risultato, solo per fare un esempio, è che uno dei più importanti blog cinesi, Cheryl Tiu, dedica ad Ein Prosit e all’intero Friuli un lungo e dettagliatissimo articolo. Ma anche altre testate e riviste di settore stanno dedicando in questi giorni ampio spazio all’evento, contribuendo a dargli una visibilità internazionale».

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