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Martedì, 23 Aprile 2024

L'accusa: "Pizzeria omofoba in pieno centro". Esplode il caso

La denuncia di un ragazzo espone alla gogna social la pizzeria "Campana d'Oro" di piazza Primo Maggio per presunti atteggiamenti di discriminazione di genere. La replica del titolare Gino Palumbo: "sono stato frainteso, da 25 anni lavoro onestamente e non discrimino nessuno"

"Giovedì sera, 9 dicembre, mi è successa una cosa che mi ha lasciato senza parole in una pizzeria dove mi sono recato per una cena con degli amici". Comincia così il video sfogo, affidato ad Instagram, di un giovane di origine sudamericana che vive in Friuli, vittima di quello che appare come un durissimo episodio di discriminazione e omofobia.

Il racconto

"All'inizio, tutto normale. Entriamo e ci accomodiamo, fino al momento in cui al tavolo ci raggiunge un cameriere che ci ha "stranamente" chiesto i nostri nomi. Noi – stupiti dalla richiesta – rispondiamo in maniera garbata. Il cameriere mi ha incalzato con una battutina sul mio nome, trasformandolo al femminile". "Sul momento ho pensato a un gesto ironico al quale non ho dato peso – confessa il ragazzo –. Subito dopo però, nonostante il mio fastidio, è ritornato alla carica toccandomi sulle spalle e chiamandomi nuovamente con un nome femminile – prosegue il giovane –. Alla mia richiesta di darmi del "signore"  ha continuato nel suo intento fino al momento in cui, sentendomi a disagio, ho chiesto esplicitamente di smetterla e di trattarmi come ogni altro cliente del locale".

La rabbia

Ancora frastornato dalla situazione, pochi minuti dopo il cliente vede tornare nuovamente quello che lui presumeva essere l'addetto al servizio ai tavoli, che si rivolge a lui con una domanda che fa precipitare definitivamente la situazione. "Come concili il tuo essere donna con il pizzetto? Poi porti i tacchi?". "Non ci ho visto più – racconta nel video il ragazzo –. Non potevo credere di essere nel 2021 e di star subendo una tale umiliazione in un posto pubblico. Mi sono limitato a dire che anche se uomo sono comunque libero di indossare quello che voglio. Infine rendendomi conto di essere capitato in un posto dichiaratamente omofobo, ho deciso di cambiare ristorante. Uno dei miei amici invece è andato ad avvisare della nostra scelta dicendo che non ci era piaciuto l'atteggiamento omofobo". La risposta è stata forse ancora peggio di tutto ciò che ci era già successo. "Fate bene a cambiare, qui non accettiamo persone come voi". "A questo punto il mio amico gli ha detto di tutto e di più".

"In lacrime"

Una testimonianza che fa riflettere, non solo per la giovane età del protagonista, rimasto seriamente turbato dall'accaduto. "Non capisco come queste persone si sentano in diritto di umiliare gli altri. Sono schifato. Siamo usciti ed ero in lacrime. Non mi sono mai sentito così umiliato nella mia vita".

La replica

"Ho cercato, tramite mie conoscenze e attraverso le associazioni, di mettermi in contatto con il ragazzo: non vedo l'ora di incontrarlo e chiedergli scusa". Così Gino Palumbo, titolare della pizzeria "Campana d'Oro" di piazza Primo Maggio, rispetto a quanto accaduto qualche sera fa nel suo locale. La persona di cui il giovane parla nel suo video, ormai diventato virale, non è infatti un cameriere qualsiasi ma lo stesso titolare. "Sono stato io a sbagliare mettendolo a disagio e mi scuso per questo, ma sono stato frainteso e ora sono stato messo alla gogna mediatica". Palumbo è sinceramente dispiaciuto per quanto successo giovedì sera, soprattutto a fronte di un suo atteggiamento sempre accogliente in tutti questi anni di attività professionale. "Sono 25 anni che lavoro con la popolazione (Lgbt, ndr) e so che lui non merita un trattamento del genere ma non lo merito nemmeno io: dopo 25 anni di onesto lavoro senza mai discriminare nessuno, né per ciò che siamo, né per provenienze, né per colore della pelle.. ci tengo a sottolineare che non ho nessuna paura dell’omosessualità, non sono omofobo, ho gay in famiglia, come potrei mai esserlo?".

Il fraintendimento

Se tutto ciò che emerge dal video è confermato da Palumbo, la frase incriminata, ovvero "Non accettiamo persone come voi", secondo lui non è mai stata detta. O, a quanto pare, non ha il significato che emerge dal video. "Non mi è stato possibile far presente al ragazzo il mio sostegno né che la frase a cui si riferisce, detta a un altro commensale, è stata fraintesa". Palumbo ci spiega come sono andate dunque le cose. "Ho sbagliato il modo in cui gli ho posto la domanda che ha toccato la sua sensibilità, quando gli ho chiesto come concilia il suo essere donna con il pizzo. Ho visto un bel ragazzo vestito con abiti da donna e mi sono chiesto questo, spinto soltanto dalla curiosità. Non mi sarei mai aspettato una reazione così", racconta il titolare della pizzeria. "A seguito di ciò loro sono andati via e solo uno è tornato indietro". È a questo punto che esce la frase incriminata, rivolta - secondo le dichiarazioni di Palumbo - ad uno dei conoscenti del giovane. "Si è rivolto a me in tono maleducato e io gli ho detto che sono 25 anni che lavoro onestamente e di gente maleducata posso farne a meno. Questa frase è stata strumentalizzata e io sono stato bombardato dalle accuse. Per fortuna in privato ho ricevuto molto sostegno, online ho cercato di non rispondere sapendo che era una valvola di sfogo per un popolo che ha pensato che con l'odio nei miei confronti potesse vincere una sua battaglia". Nelle ultime ore sui social si è scatenata una vera è propria "tempesta" di accuse nei confronti della pizzeria, con commenti al video e recensioni negative sui canali dedicati. Per Palumbo, ora, l'importante è chiarire l'accaduto con il giovane che si è esposto attraverso il video su Instagram. "Mi dispiace, non sono certo omofobo e non sono solo le mie parole a dirlo, ma anche il fatto che ho dato il mio sostegno al Fvg Pride già anni fa". Sulla porta della pizzeria, infatti, si può vedere l'adesivo "friendly" che testimonia l'appoggio degli esercizi commerciali alla comunità Lgbt locale, impegnata non solo nell'organizzazione del Pride ma anche alla diffusione dei valori del rispetto di tutte le persone discriminate, nessuna esclusa. 

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