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Giovedì, 25 Aprile 2024
pericoli nel web

Adescava ragazze sui social e le costringeva all'anoressia e all'autolesionismo

La Polizia di Stato ha identificato una persona che all’interno di un gruppo aperto su una nota piattaforma social spingeva ragazze minorenni e fragili al raggiungimento dell’anoressia

Dalla segnalazione di una quindicenne è nata l'operazione che ha smascherato la persona identificata come responsabile per aver portato decine di minorenni a dimagrire pericolosamente. Il soggetto ha agganciato le ragazze tramite un profilo social dove si definiva coach pro-Ana,ovvero pro anoressia. 

I fatti

L’operazione denominata “Free Angels” della Polizia Postale di Trieste e Udine con il coordinamento del Centro nazionale di coordinamento alla pedopornografia online del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma è nata da una segnalazione fatta da una quindicenne, da mesi ricoverata, presso il reparto di pediatria di un ospedale della regione, per disturbi del comportamento alimentare e patologie conseguenti ad atti anticonservativi. Grazie a questa ragazza, che ha denunciato l’accaduto, gli specialisti della polizia postale di Trieste e Udine sono arrivati a un profilo social di una persona che, definitosi coach pro-Ana, aveva agganciato decine di ragazze minorenni e dopo averne guadagnato la fiducia le aveva indotte a pratiche pericolose di dimagrimento.

Le pratiche di dimagrimento

Tra i consigli sconsiderati c’erano quelli di non assumere più di 500 calorie giornaliere, di bere molta acqua per lenire il senso di fame e quello di farsi docce gelate per stimolare l’organismo a un maggiore dispendio energetico, cosa che nella vittima ne aveva quasi provocato lo svenimento. Lo stesso presunto coach aveva incoraggiato la minore al compimento di tagli e atti anticonservativi da compiersi all’insaputa dei genitori, il tutto come da prassi documentato con le riprese delle lesioni e del corpo in dimagrimento.

L'indagine

Con il consenso della ragazza, attraverso sofisticate tecniche di acquisizione di digital forensics gli agenti hanno recuperato parte delle chat e dei contenuti multimediali inviati dalla vittima al “coach” che si era inoltre spinto con richieste di immagini e video di natura pedopornografica in cambio di denaro e regali come capi d’abbigliamento intimi da ritirare presso note catene di abbigliamento. Sono stati quindi attivati i network internazionali che con procedura d’urgenza hanno fornito la loro collaborazione. L’incrocio di migliaia di dati informatici ha portato all’identificazione di un libero professionista di quaranta anni residente in centro Italia, già condannato per pornografia minorile, il quale sui suoi profili social e sul proprio blog si presentava come medico pur non avendo mai conseguito l’adeguato titolo di studio.
Le risultanze investigative messe al vaglio del Sostituto Procuratore della Repubblica di Trieste Lucia Baldovin, titolare delle indagini, ha portato all’emissione di un Decreto di perquisizione che la Polizia Postale del Friuli Venezia Giulia ha eseguito lo scorso 9 giugno. Durante la perquisizione informatica, durata oltre dieci ore, sui dispositivi dell’indagato sono state rinvenute alcune chat di interesse investigativo. Su un nuovo profilo social aperto solo due giorni prima l’uomo aveva già agganciato otto ragazze per indurle a pratiche pericolose di dimagrimento alcune delle quali gli avevano inviato messaggi autoeliminanti e fotografie anche durante l’attività di perquisizione.
Il materiale sequestrato è ora al vaglio della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trieste e Udine al fine di identificare altre vittime cadute nel mito della magrezza ad ogni costo.

L'accusa e l'aiuto delle famiglie

Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari e gli elementi di accusa devono essere ancora convalidati in sede dibattimentale con il contraddittorio della difesa. Al fine di individuare tutte le ragazze coinvolte e indotte a pratiche di autolesionismo e atti anti-conservativi, la Polizia Postale di concerto con l’Autorità Giudiziaria procedente, chiede la collaborazione di potenziali vittime, genitori, insegnanti o comunque testimoni, che siano entrati in contatto con il profilo Social “Freedema3”. In questo contesto complesso del web la Polizia Postale intende coinvolgere le famiglie dei e delle adolescenti a non sottovalutare se questi presentano segni di autolesionismo, anche se lievi, quali piccoli graffi sugli arti in quanto potrebbero anche rappresentare oltre che un evidente disagio anche una forma di richiesta di aiuto. In rete ci sono comunità virtuali che si stanno diffondendo a macchia d’olio sotto il nome di pro-Ana e pro-Mia, rispettivamente pro-Anoressia e pro-Bulimia.
 

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