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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Rocco / Via della Valle

Delitto di San Rocco: testimoni hanno visto Paglialonga entrare in casa di Lauretta

Sono tanti gli elementi che gli inquirenti hanno raccolto e che indicano il vicino di casa della Toffoli come il colpevole dell'omicidio. Il difensore dell'uomo: "Dichiarazioni di valore pari a zero dal punto di vista processuale"

Sono numerosi e gravi gli indizi di colpevolezza raccolti nel corso delle prime fasi delle indagini a carico di Vincenzo Paglialonga, il 41enne fermato per l’omicidio della vicina di casa, la 74enne Lauretta Toffoli.

Gli indizi

L’uomo è stato visto da testimoni entrare più volte quella notte nella casa della vittima e la sua voce è stata riconosciuta mentre la donna gridava aiuto. In più il Paglialonga è stato trovato in possesso, senza alcuna giustificazione, delle chiavi di casa della Toffoli. L'uomo è anche indagato per furto in abitazione perché avrebbe rubato due televisori dall’abitazione della vittima: un modello LG da 32 pollici e di un modello marca Toshiba da 40 pollici munito di decoder. Entrambi sono stati trovati all’interno della sua abitazione. Durante le prime fasi delle indagini è stato anche rinvenuto un coltello con apparenti tracce di sangue compatibile con le ferite inferte alla vittima. Oltre all’arma da taglio, sono stati trovati anche due calzini con possibili macchie ematiche e alcuni vestiti appena lavati, simili a quelli indossati dall’omicida quella notte, secondo i testimoni.

La decisione del Gip 

Nella giornata di ieri, 10 maggio, il Gip del Tribunale di Udine ha emesso l'ordinanza di convalida di fermo di indiziato di delitto e di applicazione della custodia cautelare in carcere nei confronti dell’uomo, per il reato di omicidio perché, si legge: “colpendo Toffoli Lauretta con dieci colpi di coltello al tronco, sette colpi di coltello al collo, tre colpi di coltello alla coscia destra, causava il decesso della stessa per shock emorragico da ferite da punta e taglio”. Secondo la valutazione del Gip le dichiarazioni rilasciate dall'indagato in sede di interrogatorio non hanno attenuato i gravi indizi di colpevolezza a suo carico né evidenziato elementi a suo favore. Il Gip ha ulteriormente emesso ordinanza di convalida dell'arresto effettuato in flagranza nei confronti dell’uomo per il reato di evasione.

La ricostruzione della cronologia dei fatti

Gli inquirenti hanno anche ricostruito cronologicamente i fatti accaduti per capire la sequenza temporale degli eventi. Tutto inizia il 6 maggio quando Vincenzo Paglialonga viene accompagnato da agenti della Polizia di Stato presso il suo appartamento in via della Valle per essere messo agli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. Nelle prime ore del 7 maggio le forze dell’ordine intervengono più volte presso l'abitazione dell’uomo dal momento che venivano segnalate manomissioni grazie all’allarme collegato al braccialetto elettronico. All’1 e 45 del mattino, gli inquirenti si recano per l'ennesima volta presso l'appartamento del Paglialonga ma sono costretti ad insistere per entrare a casa dell’uomo che tergiversa e non apre la porta di casa. L’indomani mattina, intorno alle 11 e 15, Vincenzo Paglialonga viene fermato a poca distanza dalla palazzina dove si trova il suo appartamento in flagranza di reato di evasione. Viene subito arrestato e portato in Questura. Poche ore dopo, nella stessa palazzina viene rinvenuto il corpo senza vita di Lauretta Toffoli, scoperto dal figlio che si era recato da lei in visita. La stessa palazzina dove abitava Vincenzo Paglialonga.

Le dichiarazioni del difensore

L'avvocato Piergiorgio Bertoli che difende Vincenzo Paglialonga ha detto: "Mi stupisco di queste dichiarazioni della Questura rilasciate prima che sia stata eseguita l'autopsia sul cadavere della povera Lauretta Toffoli. Mancano tutta una serie di accertamenti che ritengo fondamentali, come le prove del dna. Finché non avremo elementi processuali tali da poter arrivare alla verità che tutti ricerchiamo, credo sia inutile continuare a discutere. Io ho preso atto dell'ordinanza del Gip ma ho intenzione di impugnarla, visto che è nel mio diritto".

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