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Cronaca San Rocco / Via della Valle

"L'assassino voleva fare a pezzi Lauretta"

Parla l'esperto di scene del crimine Edi Sanson, ingaggiato dalla difesa di Paglialonga come consulente di parte: "mancano delle prove fondamentali"

Chi ha ucciso Lauretta Toffoli ha anche cercato di smembrarne il corpo: oltre alle 33 coltellate su varie parti del corpo, la vittima presentava anche una ferita sul retro del ginocchio sinistro, in un probabile tentativo di farla a pezzi.

"Il corpo parla"

Le 33 coltellate inferte alla donna, le ferite sulle mani mentre cercava di difendersi, il taglio profondo nella parte posteriore del ginocchio sinistro indicano che l’omicida stesse agendo con ferocia. In questo quadro manca un tassello importante, secondo la prima ricostruzione effettuata da Edi Sanson, consulente per la difesa di Vincenzo Paglialonga, unico indiziato del delitto di San Rocco. “Dove sono finiti i pantaloni o la gonna che indossava la vittima al momento dell’omicidio? Quell’indumento è elemento fondamentale per ricostruire la dinamica complessa dei fatti. Devono essere stati rimossi post mortem, ma la configurazione del sangue su quel capo di vestiario potrebbe dirci tante cose. Sicuramente una prova da cercare all’interno dei due appartamenti posti sotto sequestro”. Sanson, in qualità del suo ruolo di consulente esterno, non ha avuto modo di accedere agli atti delle indagini per il momento per cui non è a conoscenza se l’indumento sia già tra le prove. “Speriamo che gli inquirenti abbiano controllato i cassonetti delle immondizie del quartiere quel giorno. Certo noi sappiamo che Vincenzo Paglialonga è stato fermato fuori dalla sua abitazione e arrestato per evasione dai domiciliari mentre il cadavere della donna è stato scoperto qualche ora dopo. Certamente si può presumere che il Paglialonga, se colpevole, potesse essere fuori dal suo appartamento per gettare i pantaloni insanguinati”.

La dinamica del delitto

La donna è stata ritrovata mezza nuda, nella parte inferiore indossava soltanto la biancheria intima e un paio di gambaletti. ”Escluderei che ci sia stata una qualsiasi forma di violenza sessuale nei confronti della vittima”, dice Edi Sanson che sottolinea altri elementi da lui riscontrati. “I corpi parlano ma non ti dicono chi è l’assassino, ma cosa ha fatto in quella situazione – afferma Sanson – E il corpo di Lauretta ci dice che è stato spostato da una stanza a una delle camere". Questo spostamento potrebbe essere avvenuto dopo la morte della donna o subito prima che la stessa esalasse l'ultimo respiro. Secondo la ricostruzione del consulente, l'azione criminosa è cominciata mentre la vittima si trovava in posizione eretta. “Le coltellate sono state inferte mentre la donna era in piedi poi il corpo ha ruotato, probabilmente in un tentativo di fuga, ed è stata colpita alla gamba destra. Non è chiara la dinamica perché un corpo in movimento si relaziona con tutto quello che ha intorno”.

L’arma o le armi del delitto?

Sull’ipotesi che l’assassino volesse anche “depezzare” il corpo, Sanson afferma: ”C'è una ferita dietro il ginocchio sinistro che è incompatibile con i fendenti sul resto del corpo. Probabilmente è stato un tentativo di smembrare il cadavere per poi poterlo occultare. Tentativo non  riuscito. Bisogna cercare più di un coltello. Non può essere stata un'unica lama a procurare quelle ferite così diverse e profonde”. Per concludere l’esperto di scene del crimine auspica di poter "presenziare a quello che io ritengo un necessario nuovo sopralluogo sul luogo del delitto. Anche se avremo solo la possibilità di scattare delle foto, poter partecipare sarà fondamentale per “leggere” quel luogo. Entrambe le abitazioni sono poste sotto sequestro pe cui tutto quello che è all’interno non è andato disperso”.

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