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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

«Sarà il mio ultimo Natale. La mia vita è giunta al capolinea»

Da quattro anni è malato di Sla e il tribunale gli ha negato un farmaco sperimentale. La storia di Dario Del Fabro

«Questo sarà il mio ultimo Natale. La mia vita è giunta al capolinea. Da quasi quattro anni sono ammalato di Sla, malattia incurabile che ha reso la mia esistenza un calvario improponibile. Auguro a tutti voi un futuro ricco di salute. Lascio due fotografie in ricordo dei tempi felici». Così ha scritto sul suo profilo Facebook Dario Del Fabro, 62enne ex rugbista, conosciuto per essere stato il titolare della palestra Nautilus. Del Fabro ha raccontato la storia della sua malattia: il Tribunale gli ha negato la possibilità di curarsi con un farmaco sperimentale. 

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«Si chiama GM 604 - ha detto Del Fabro nell'intervista al Messaggero Veneto - ed è un farmaco testato negli Stati Uniti. Il problema è che nel 2016 era ancora in fase di sperimentazione. L'avvocato calabrese Fabio Trapuzzano, tuttavia, è riuscito a ottenere per sei pazienti il via libera alla sua adozione da parte di altrettanti tribunali, da Napoli a Macerata». Tuttavia il giudice civile del Tribunale di Udine non ne permise l'utilizzo: «Il ricorso, urgente e cautelare, è stato rigettato. Nel motivare l'ordinanza, il giudice ha parlato di efficacia non comprovata del farmaco e sostenuto la necessità di uno studio di dimensioni più ampie. Trattandosi di decisione lasciata alla discrezione del giudice l'avvocato mi aveva consigliato di spostare la residenza a Napoli. Mi rifiutai, sbagliando. Lo feci per non tradire la mia udinesità e questo è il risultato».

L'eutanasia è un pensiero che è passato per la mente di Del Fabro: «A un certo punto, ho pensato anche all'ipotesi di andare in Svizzera. A una morte assistita, sì, perché questa è una vita insopportabile e anche le cose più banali diventano una fatica. Si dipende in tutto e per tutto dagli altri. Poi, però, ci ho ripensato: non è una scelta che intendo fare, prioritariamente per i miei figli».

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