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Giovedì, 25 Aprile 2024
guerra in ucraina / Palmanova

Dai confini del Fvg passa il 60% dei profughi ucraini

"È fondamentale parlare con gli operatori in loco" Fabrizio Curcio, capo dipartimento della Protezione Civile, che è tornato in Fvg per fare punto sull'accoglienza

È tornato in Friuli Venezia Giulia il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio dopo la visita del 21 marzo assieme al premier Mario Draghi. L'obiettivo è fare il punto della situazione sull'accoglienza della popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Dai confini regionali sta transitando il 60 per cento dei profughi. Secondo le stime riportate dal vice governatore Riccardo Riccardi sono circa 4000 quelli che si sono fermati sul nostro territorio.

Nella sede della Protezione civile di Palmanova, Curcio ha partecipato alla riunione del Comitato regionale per l'emergenza annunciando che è in via di definizione l'avviso nazionale per individuare le strutture idonee all'accoglienza diffusa. Curcio ha sottolineato: “C'è la necessità di rivedere alcuni meccanismi del sistema dell'accoglienza dei profughi ucraini, perché l'azione messa in campo a livello nazionale corrisponda alle esigenze dei cittadini in fuga dalla guerra”. Assieme a Curcio, c'erano il governatore Massimiliano Fedriga (in collegamento) e il vicepresidente Riccardo Riccardi, gli assessori regionali Pierpaolo Roberti (Sicurezza) e Graziano Pizzimenti (Infrastrutture). il direttore della Protezione civile regionale Amedeo Aristei, i quattro prefetti del Friuli Venezia Giulia, i sindaci dei comuni capoluogo, il presidente dell’Anci Fvg e i vertici delle Direzioni Sanità, Lavoro, autonomie locali, infrastrutture e territorio, servizio volontariato e prevenzione della Regione.

L’accoglienza in Friuli Venezia Giulia

"Buona parte dei profughi ucraini presenti si appoggia per l'accoglienza a una rete di connazionali che già vivono nella nostra regione. Si tratta di un sistema che non potrà garantire stabilmente nel tempo un'ospitalità di queste dimensioni, per questo bisogna prepararsi a gestire la situazione" ha sottolineato Riccardi che ha aggiunto "siamo di fronte a una situazione legata all'incertezza del conflitto bellico. In questo quadro si sta operando per la registrazione delle persone e della loro anagrafe sanitaria, mentre per l'accoglienza viene utilizzato il sistema straordinario che fa capo alle Prefetture e ai Comuni. La macchina organizzativa sta funzionando ma deve essere migliorata in particolare sull'identificazione sotto il profilo sanitario ". L'assessore Roberti ha rilevato: "Bisogna farsi trovare pronti una volta che questa rete nel corso del tempo si indebolisca, non riuscendo più a garantire l'ospitalità a queste persone, tra i quali va considerato il rilevante numero di minori (il 40 per cento del totale degli arrivi), in qualche caso anche non accompagnati" Stessa preoccupazione da parte dell'assessore Pizzimenti, il quale ha rilevato che la domanda di casa da parte dei nuclei familiari provenienti dall'Ucraina potrà diventare sempre più significativa a fronte del protrarsi del conflitto e della precarietà dell'accoglienza garantita dai cittadini ucraini che già risiedono in regione.

Rotta balcanica

“Nel caso in cui dovesse riprendere la rotta balcanica, in concomitanza con l'arrivo di cittadini dall'Ucraina, sarà necessario chiedere l'aiuto di altre regioni per l'accoglienza”, ha annunciato il vicepresidente Riccardo Riccardi a margine della visita di Curcio.

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