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Cronaca

Mostra del Cinema di Venezia, giovane friulano trionfa alla settimana internazionale della critica

Il 31enne Lorenzo Fabbro originario di Bertiolo, insieme all'americano Bronte Stahl, con il cortometraggio "Puiet" ha entusiasmato la giuria che ha definito il girato come "Un romanzo di formazione immerso in una sorta di realismo magico"

Sul red carpet della Mostra del Cinema di Venezia 2022, nell'ambito della settimana internazionale della critica, c'è anche un po' di Friuli Venezia Giulia.

Ad aggiudicarsi il premio come miglior cortometraggio nella sezione SIC@SIC 2022 (Short Italian Cinema) è "Puiet" di Lorenzo Fabbro e Bronte Stahl, registi e produttori del girato.

Ed è proprio lui, Lorenzo, nato a Bologna ma cresciuto a Bertiolo, a portare alto il nome del Fruli Venezia Giulia nell'ambito della più importante manifestazione cinematografica italiana.

La valutazione della giuria

Il girato è stato accolto con entusiasmo dalla giuria della settimana internazionale della critica, che ha motivato così la scelta di assegnare a "Puiet" il premio come miglior cortometraggio. "Per la capacità con cui l'opera filmica mantiene costante il rapporto tra immagine e movimento e immagine -tempo affidando all'apparire del soggetto un ruolo narrativo a tratti disarmante. Un romanzo di formazione immerso in una sorta di realismo magico che ci ricolloca in una ciclicità del divenire intima ed universale".

Lorenzo Fabbro

Dopo una laurea in Ingegneria del Cinema a Torino, Lorenzo si diploma in regia alla Film Factory di Béla Tarr a Sarajevo e lavora poi come aiuto regia e assistente per numerose produzioni internazionali con nomi del calibro di Laura Samani e Mirko Locatelli.

"Il corto-documentario è nato all'interno di un workshop tenutosi in Romania, in una remota località della Transilvania - ci racconta Lorenzo - Un luogo molto lontano dalla città e dalla vita in generale. Lì, grazie ad un lavoro di gruppo, ho conosciuto Bronte, co-regista in "Puiet", con il quale poi è nata la volontà di trasformare il lavoro, in un cortometraggio anche oltre l'incontro in Romania.

"Puiet è cresciuto tra mille difficoltà, un po' come il protagonista del nostro documentario. Il girato, interamente realizzato con il protagonista in Romania, e della durata finale di di 14 minuti, ha richiesto poi due anni di lavoro, sfidando tutti i limiti imposti dalla pandemia e costringendoci a lavorare in remoto dall'Italia agli Stati Uniti dove abita Bronte - confessa - Un lavoro non facile quello di confinare l'arte nell'etere, che ci ha richiesto sessioni a fusi orari inimmaginabili. Sentivamo però - prosegue - di avere in mano qualcosa di speciale che valeva la pena sviluppare. E alla fine avevamo ragione".

"Anche solo la selezione a Venezia ha rappresentato per noi un "premio", sufficiente a ripagarci di tutta la fatica - dichiara - La vittoria, poi, è stata poi il coronamento del tutto".

"Il mio sogno nel cassetto? - conclude Fabbro - Si è già avverato, e non parlo di Venezia. Parlo della possibilità di fare ciò che amo e che spero nel futuro di poter continuare a fare crescendo professionalmente giorno dopo giorno. Ecco, questo è il mio sogno nel cassetto".

Il cortometraggio

"Puiet" è la storia di un bambino che cerca il proprio posto nel mondo. Nicusor vive in un piccolo paese rurale della Transilvania. E' un bambino che vuole crescere e diventare parte del mondo degli adulti facendo i conti con il rifiuto da parte degli stessi adulti. Nicusor, quindi, cerca nella natura un posto dove riconoscersi e trovarsi, ed è proprio li che troverà la sua ragion d'essere.

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