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Cronaca

Buone notizie per la solidarietà, cooperazione sociale in crescita

Numeri che evolvono e un fatturato da quasi 250 milioni di euro, nonostante le difficoltà

Buone notizie nel mondo della cooperazione sociale. Gli occupati rappresentano il 45 per cento del totale degli addetti cooperativi in Fvg. «Il mondo del welfare ha bisogno di concepire modelli innovativi che diano risposta ai mutati bisogni della popolazione, senza lasciar spazio a interventi di tipo speculativo sul benessere delle persone. In questa visione la Regione intende rafforzare l’integrazione socio-sanitaria, pilastro della sanità del Friuli Venezia Giulia, aprendo le porte alle sperimentazioni che provengono dal mondo del privato sociale. All’interno di quest’ultimo, la cooperazione, unita al sistema forte del volontariato regionale, ha saputo sperimentare modelli organizzativi alternativi in risposta ai bisogni di salute, soprattutto nella gestione delle cronicità, della disabilità, delle fragilità sociali». È questo il punto di vista che la Regione, attraverso le parole del vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, ha portato all’assemblea di Confcooperative Federsolidarietà Fvg, svoltasi nella sala convegni di CrediFriuli, a Udine.

I numeri

Sono 168 le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà in Friuli Venezia Giulia. Più di 7.000 gli occupati, al 52 per cento donne: un “esercito” di lavoratrici e lavoratori, cresciuto anno dopo anno  che, oggi, rappresenta il 45 per cento del totale degli addetti della cooperazione nella nostra regione e produce un fatturato di circa 249 milioni di euro dei quali, 142 milioni sono destinati alla remunerazione dei collaboratori. I soci sono 6.826, tra i quali si contano anche 585 volontari e 414 soci lavoratori delle categorie svantaggiate (che trovano impiego nelle cooperative di inserimento lavorativo, cosiddette “di tipo B”, sulla base della normativa nazionale che divide le sociali in due distinte categorie a seconda che l’attività primaria sia di carattere socioeducativo, tipo A, o di inserimento al lavoro di persone svantaggiate, tipo B). I settori di attività sono i più vari: 25 le cooperative sociali impegnate nei servizi alla prima infanzia, 26 in quelli agli anziani.

Aumento di qualità e servizi

«La cooperazione sociale presenta una capillare e omogenea diffusione sul territorio regionale ed è cresciuta enormemente, in 10 anni, non solo sotto il profilo della dimensione economica, ma anche sotto quello della qualità e professionalità dei servizi: oggi una parte importante del welfare regionale è garantito dalla cooperazione sociale», è il commento di Luca Fontana, presidente regionale di Federsolidarietà, la federazione che riunisce le cooperative sociali di Confcooperative Fvg. «Il nuovo passo che vogliamo compiere è quello di far riconoscere tutte le esperienze innovative e i progetti che la cooperazione sociale ha sviluppato in questi anni e che ancora faticano a ottenere il giusto riconoscimento: eppure parliamo di servizi ai cittadini che vanno incontro a bisogni delle famiglie sempre nuovi e diversificati».

Assistenza alla persona

Non a caso, la cooperazione è in prima linea nello sperimentare forme innovative di assistenza alla persona (ad esempio, nel settore dell’assistenza agli anziani sempre di più si sviluppano esperienze di domiciliarità innovativa), in cui si privilegia una dimensione quasi “domestica” rispetto alle grandi strutture con soluzioni che consentono alla persona i assistita di restare, magari, nello stesso quartiere dove ha sempre vissuto. Nell’ottica della flessibilità e dell’umanità del servizio la cooperazione sociale si inventa esperienze sempre nuove, spesso anticipando la normativa e, da qui, un impegno costante per far conoscere il valore di queste esperienze. «La cooperazione sociale è una componente imprenditoriale trainante in regione, per dimensione e per valori solidaristici espressi. Bisogna fare in modo che, tutto questo impegno, non venga disperso ma, anzi, valorizzato», sottolinea il presidente di Confcooperative Fvg, Giuseppe Graffi Brunoro.

I pregiudizi

Molto preoccupato Stefano Granata, presidente nazionale di Federsolidarietà: «Il Terzo settore sta subendo un forte attacco e con esso tutta la rete ideale di realtà cooperative, ma non solo cooperative, che si è costruita nel corso degli anni. Un virtuoso intreccio di relazioni che fanno bene anche alla società per i valori di cui sono portatori, sta per essere messo sotto tutela. Ci preoccupano molto le vicende come quelli dell’Ires sul no profit e i decreti di riforma del Terzo settore tuttora fermi».

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