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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro / Via Giuseppe Giusti

Contratti simulati e Iva evasa per un milione e 600mila euro

Due imprenditori udinesi avrebbero messo in opera un sistema di finte cessioni per evitare di saldare i loro pesanti debiti con il fisco. Sequestrati beni per 700mila euro

Oltre 1 milione e 600mila euro di Iva non pagati. È questa la ragione per la quale il Gip del Tribunale di Udine ha incaricato la Guardia di Fnanza di eseguire un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti di due imprenditori friulani. Sono indagati per sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte che prevede, nel caso di specie, l’applicabilità della reclusione da uno a sei anni.

L’EVASIONE. La coppia aveva accumulato nei confronti dello Stato obbligazioni tributarie - comprensive di sanzioni ed interessi - per 1.633.000 euro. La somma era stata già oggetto di provvedimenti definitivi delle Commissioni Tributarie e della Corte di Cassazione. Gli accertamenti condotti dal Nucleo di Polizia tributaria udinese hanno consentito di rilevare come i soggetti, responsabili delle evasioni poste in essere con una società operante nella commercializzazione di autoveicoli, allo scopo di sottrarsi e sottrarre la società stessa alle obbligazioni, poco dopo il consolidamento del debito fiscale con l’amministrazione finanziaria avevano messo in opera un sistema ben definito

IL “SISTEMA”. Ceduti i contratti di locazione degli immobili della loro società ad un’altra azienda riconducibile ad un loro congiunto, avente sede a Roma all’indirizzo di uno studio professionale, avevano reso vana la procedura esecutiva nei confronti della società imputata. Inoltre avevano venduto, in maniera simulata, due unità immobiliari ad uso abitativo già adibite a loro residenza (e rimaste anche dopo l’alienazione nella loro piena disponibilità) a due cittadini stranieri che non avevano peraltro mai corrisposto il relativo pagamento per la compravendita dichiarata al rogito per 140.000 euro. Avevano inoltre venduto, in maniera simulata, a due loro parenti un fabbricato e due terreni i cui pagamenti, come accertato da indagini bancarie, erano stati condotti con modalità fraudolente tramite giroconti bancari (anche con bonifici esteri) che di fatto comportavano che le somme pagate dagli “acquirenti” venivano poi restituite agli stessi “venditori”. Infine avevano alienato un fabbricato ad uso commerciale ad una società di diritto estero, con sede in Austria, con un prezzo dichiarato nel relativo atto di compravendita di 350.000 euro. Il realtà il prezzo non è mai stato corrisposto dall’acquirente, malgrado fosse stato dichiarato al rogito innanzi al notaio.

IL SEQUESTRO. Il Gip ha così emesso un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, che ha interessato i conti correnti, immobili e terreni nei comuni di Torviscosa, Palmanova e Tavagnacco, il tutto per un valore complessivo di 731.806 euro. Le complesse indagini svolte dai finanzieri hanno portato alla luce questo sistema di fittizia sottrazione dei beni, allo scopo di rendere inefficace ogni procedura esecutiva. 

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