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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

“Contadinanza, progetto politico”: il 9 dicembre del Fogolâr Civic

Il movimento civista friulano ha ricordato a Udine l'anniversario storico del controparlamento popolare regionale, “quando i 'sudditi' in Friuli pretesero di essere 'cittadini' e di controllare i propri governanti”...

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

“Come vuê, il 9 di Dicembar di 514 agns indaûr, al fo pratindût il cuintri-parlament popolâr regjonâl de Contadinance. Il grop dal Fogolâr Civic, insiemi a lis autoritâts citadinis, al à ricuardât il fat... Si dimostre che, in chê volte, il nestri popul nol jere sotan, ma al veve ben presint il desideri, la volontât di sei istituzionalmentri rapresentât... No vino, al dì di vuê, di vê presint chel scat di orgoi de nestre int?”.

Questa, in lingua friulana, la nota diffusa dal delegato territoriale del Fogolâr Civic, lo scrittore e blogger sandanielese Maurizio Di Fant, riguardo alla pubblica commemorazione che il sodalizio dedica ogni anno, il 9 dicembre, alla ricorrenza della Rivendicazione della Contadinanza del Friuli, giunta al 514° anniversario. Luogo deputato: l'antico accesso alla Loggia del Lionello, a Udine, la “scjale di Marcjât Vieri”, che 9 dicembre 1503 vide salire i propri gradini le delegazioni popolari friulane che dalle campagne erano giunte in città per chiedere il sostegno della pur contrastata Capitale della piccola Patria all'ardita richiesta di un controparlamento civico regionale, circa un tribunato della plebe romana riportato in Età Moderna, istituzione eccezionale di un popolo che, mobilitandosi pacificamente ma anche ricorrendo alla rivolta violenta, unico in Europa, riuscì per davvero a farsi riconoscere un diritto alla rappresentanza nel governo del proprio territorio.

“Ricordare quando i 'sudditi' in Friuli pretesero di essere 'cittadini' e di controllare i propri governanti è un dovere e un onore, un punto d'orgoglio, un esempio, uno stimolo. Il 9 dicembre dovrebbe essere festa del 'Friuli partecipato', della sovranità del nostro popolo, di una rivoluzione dell'idea di governo che solamente dopo tanti secoli si sarebbe in qualche modo affermata, solo parzialmente. Oggi infatti, in Europa, non esistono parlamenti territoriali sorvegliati da un tribunato civico, sindacato di delegati dei cittadini chiamato contrastare eccessi contrari al bene comune.

Nella storia friulana questo vi fu – afferma in una nota il presidente sociale, prof. Alberto Travain – e ciò dovrebbe essere patrimonio condiviso di civiltà politica, anzi progetto politico in sé, da rinnovare nell'attualità anche in un Friuli in cui certo non meno che in altre realtà la classe dirigente ha in parte fors'anche significativa perso la fiducia della cittadinanza. Inoltre, quel 9 dicembre in cui il popolo del Friuli ricorse a Udine contro i suoi 'sorestants' barricati superbamente nel parlamento regionale della 'Patria' a tutela di propri privilegi e interessi, è anche il grande giorno di una città riconosciuta davvero come 'Capitale' dalle sue genti: 'Capitale' e tutrice, soccorritrice di popolazioni sottoposte a tiranni da strapaese, che ancora sussistono, anche se non portano più i bei blasoni del tempo feudale”. Alla cerimonia è intervenuto, in fascia, il Sindaco di Udine, prof. Furio Hosell, per il quale tale ricorrenza, proposta dal Fogolâr Civic, è stata per anni appuntamento immancabile di cultura civica e di democrazia.

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