Maltempo in Friuli con vento forte, fulmini, strade interrotte e black out: ora la conta dei danni
L'emergenza meteo si è conclusa a mezzanotte. Per oggi, venerdì 14 luglio, è previsto tempo soleggiato ma soffierà ancora Bora sulle coste
Vanno avanti le operazioni e gli interventi di soccorso non ancora conclusi, dopo i violenti temporali che hanno flagellato la Bassa friulana e la Pedemontana la scorsa notte, quella tra mercoledì 12 e giovedì 13 luglio. I danni maggiori sono stati quelli causati dal vento che ha raggiunto anche i 130 chilometri all'ora. Non solo alberi sradicati ma anche tetti scoperchiati. Alcuni pioppeti sono stati così colpiti dalle raffiche di vento che sono ormai semi distrutti.
Oltre 2 mila e 500 fulmini si sono abbattuti sul territorio. Tra Udine e Pordenone sono state 16 mila le utenze rimaste senza elettricità. Ieri sera, alle 23, risultavano ancora 791 utenze non collegate alla rete elettrica in provincia di Udine, nei comuni di Tarcento, Ragogna, Pocenia, Muzzana, Magnano. Il maltempo ha anche causato una vittima: Nicola Campion, che, per evitare un albero caduto, si è schiantato con la sua auto su un muretto di recinzione di una casa in via Cisis a Strassoldo di Cervignano.
Decreto dello stato di emergenza
Firmato anche il decreto di dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio regionale del Friuli Venezia Giulia in conseguenza degli eventi meteorologici avversi. Il decreto è stato firmato dall'assessore regionale con delega alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, d'intesa con il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga.
Situazione
Nel pomeriggio di ieri, giovedì 13 luglio, si sono sviluppati temporali sulla zona montana e localmente poi in serata anche sulla pianura udinese orientale. I cumulati di pioggia registrati nelle ultime 12 ore sono stati in genere modesti, dell'ordine di 5-10 millilitri, più abbondanti su Alpi e Prealpi Giulie dove hanno raggiunto i 30 millilitri e sulla pianura orientale dove localmente si sono registrati circa 20 millilitri. Dalle 21 circa ha iniziato a soffiare Bora moderata sulla costa e sulle zone orientali con raffiche fino a 50 chilometri all'ora a Trieste.
Evoluzione
Con l'ingresso della Bora nei bassi strati di intensità moderata e di masse d'aria provenienti da nord-ovest, più secche anche in quota, la situazione si sta stabilizzando. Gli ultimi rovesci e temporali sono cessati completamente durante la notte. Fino alle prime ore di questo venerdì mattina continuerà a soffiare Bora moderata sulla costa e sulle zone orientali, in esaurimento poi nel corso della mattinata. Il tempo rimarrà stabile per diversi giorni.
La situazione
Oltre 2 mila e 500 fulmini sono caduti nell’ondata di maltempo appena trascorsa. Il vento ha raggiunto in molte località della pedemontana e bassa pianura i 110 chilometri all'ora, con picchi oltre i 130 sul Gran Monte. Nella pedemontana e nella zona collinare la caduta di numerosi alberi e ramaglie ha interessato in particolare i comuni di Sequals, Majano, Forgaria, Treppo Grande, Osoppo, Gemona, San Daniele, Vito d’Asio, Castelnovo del Friuli, Cassacco, Fanna, Bordano, Pinzano, Nimis, Clauzetto.
Viabilità
Relativamente alla viabilità nella bassa pianura è stata interrotta in corrispondenza del ponte sull’A4 Torino-Trieste in località Crauglio, non compromettendo la transitabilità dell’autostrada stessa, e di alcune strade comunali di Latisana, Cervignano del Friuli e San Giorgio di Nogaro. Inoltre, nella bassa pianura sono stati registrati anche danni a civili abitazioni, edifici artigianali e aziende agricole, tra cui si evidenziano lo scoperchiamento di un condominio a Torviscosa, dove 40 persone sono state evacuate dalla loro abitazioni, e lo scoperchiamento di un allevamento di bovini a Carlino, che ha richiesto lo spostamento di 80 capi. In seguito alla caduta di diversi alberi sono stati riscontrati anche danni a cimiteri e alle loro pertinenze, tra cui quelli di Crauglio e Perteole. Nella zona montana si segnala, inoltre, l’interruzione della strada che collega Uccea a Sella Carnizza. Si evidenzia che i fiumi sono rimasti tutti al di sotto del livello di guardia