Caso mense, il sindaco di Udine: "noi ci sentiamo truffati, i responsabili saranno colpiti"
Ieri il Consiglio comunale straordinario sul caso mense. Il primo cittadino di Udine: "Noi ci sentiamo truffati da questa impresa che non ha svolto il servizio come doveva e abbiamo qualcosa da ridire anche sul tecnologo"
In Consiglio comunale a Udine il caso mense tiene ancora banco. Durante l'ultima seduta, che si è svolta lunedì 30 agosto, il botta e risposta tra sindaco e opposizione ha riacceso un dibattito che, evidentemente, non era ancora esaurito. «Abbiamo chiesto convintamente questo consiglio straordinario su un tema delicato, perché coinvolge i bambini. Abbiamo assistito a un anno disastroso, in cui abbiamo visto un teatrino, con da una parte i genitori che hanno vissuto i disagi sofferti dei propri bambini e dall'altra un'amministrazione nella persona dell'assessore Battaglia che riferiva che la situazione sarebbe migliorata. In tutto questo anno rimarrà agli atti che i bambini hanno sofferto e che le famiglie udinesi non sono state ascoltate e che c'è stata un'inerzia oggettiva dell'amministrazione comunale», ha esordito Maria Rosaria Capozzi, capogruppo del M5S.
"Noi, truffati"
Il sindaco Pietro Fontanini ha replicato con la sua relazione in merito, comprendendo tutti i servizi educativi, come doposcuola e servizi ausiliari e di edilizia scolastica. «Dopo la risoluzione del contratto con Ep, i pasti sono stati garantiti con estensione dell'appalto con Sodexo Italia. Inoltre, è stato assegnato un incarico a un nuovo tecnologo alimentare», ha dichiarato il primo cittadino.
«L'anno scolastico parte in serenità: la nuova ditta è una garanzia di qualità. Quanto è successo è oggetto di indagine da parte della magistratura, i responsabili verranno senza'altro colpiti e speriamo che le indagini non vadano per le lunghe anche perché è giusto che si sappia di chi è la responsabilità e la gravità di questa responsabilità», ha continuato il sindaco.
L'affondo decisivo del primo cittadino arriva sul finale del suo intervento. «Noi ci sentiamo truffati da questa impresa che non ha svolto il servizio come doveva e abbiamo qualcosa da ridire anche sul tecnologo, che non ha segnalato puntualmente i disservizi ma mi fermo qui perché la legge ci impone di non entrare nello specifico di questi aspetti essendo all'interno delle indagini». Da colpevole a vittima, questa è la posizione della Giunta, rispetto al caso mense. Ma l'opposizione non ha evitato di farsi sentire, rispetto a queste dichiarazioni.
L'opposizione
Federico Pirone per Progetto Innovare, Cinzia Del Torre, Alessandro Venanzi e Vincenzo Martines del Partito Democratico ed Enrico Bertossi di Prima Udine si sono fatti dare la parola per esporre la loro visione della vicenda. Se per i primi il tema è stato l'incapacità di ascoltare le famiglie da parte della Giunta e, in primis, proprio del sindaco, Bertossi ha affondato il colpo. «Io non ho rimorsi, perché quello che noi abbiamo cercato di fare in questi mesi, è solo l'interesse dei nostri bambini e ragazzi, cercando di far funzionare un servizio pessimo che era sotto gli occhi di tutti, tranne che di quelli dell'assessore Battaglia. Rimane la gravità del fatto che non si sono voluti ascoltare non solo i consiglieri di minoranza ma soprattutto i genitori, che hanno fatto un'opera di controllo monumentale». Bertossi continua: «Visto che non rispondete alle interrogazioni, ho fatto un accesso agli atti per capire di cosa stavamo parlando, in maggio: se lei avesse avuto l'accortezza di andare a mettere il naso su quello che era un subbuglio in città che le provocherà un danno elettorale, avrebbe verificato ciò che le diceva il suo assessore». Tramite l'accesso agli atti, Bertossi ha scoperto che il tecnologo comunale ha «eseguito 79 controlli in 9 mesi, due a settimana, fatturando 74 ore a fronte di un obbligo di 190 ore. Ma chi doveva controllare se non il sindaco e l’assessore competente? E poi il sindaco dice che era stato nominato dalla precedente amministrazione quando il contratto è stato stipulato il 14 gennaio 2020 con un'offerta economicamente più vantaggiosa in base a 25 punti su 100 al prezzo e 75 punti su 100 alla qualità, quindi il tecnologo è stato valutato e ponderato ma sicuramente non pungolato». Ora si attende il risultato delle indagini.