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Cronaca Bordano

A Interneppo invocano lo Sprar: no all'accoglienza lasciata al caso

Enzo Picco, referente dei residenti: No al Cas, l'integrazione deve essere pianificata e strutturata

Qui di seguito la lettera aperta che ci ha inviato il Comitato spontaneo di Bordano ed Interneppo, Comune da 120 abitanti nel quale è previsto l'arrivo di 10 migranti che saranno ospitati all'albergo "Alla Terrazza". 

Presentazione

Siamo alcuni abitanti che vivono in un piccolo paese nel cuore del Friuli, Interneppo. Siamo gente semplice, abituata a lavorare, a tirare dritto. Forse a primo impatto potremmo anche sembrare un po’ freddi, ma non è così, ci serve solo un po’ di tempo per aprirci e conoscere. Nel nostro Comune da diverso tempo vivono nuove famiglie perfettamente integrate che provengono dal nord Africa, dall’Argentina, dal Kossovo e dall’Ucraina.

Bordano ribadisce il suo "No" all'accoglienza, ma arriveranno dai 10 ai 6 rifugiati 

Accoglienza diffusa a Interneppo

In questo periodo però Interneppo si sta trovando in una situazione nuova. Ultimamente alla televisione o sui giornali si sente spesso parlare di centri SPRAR e di centri CAS. Non ci siamo mai interrogati prima sul significato di questi termini fino al 24 maggio, quando il sindaco ci ha annunciato l’arrivo di un certo numero di migranti a Interneppo presso l’albergo “Alla Terrazza”. In quel momento abbiamo scoperto che un centro CAS è un “Centro di Accoglienza Straordinario” ovvero un luogo (alloggi o alberghi) di proprietà di un privato messo a disposizione, ovviamente dietro compenso, per ospitare i migranti. Poi c’è lo SPRAR, cioè il “Sistema di Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati”. Il Prefetto ci ha spiegato che l’adesione allo SPRAR escluderebbe l’attivazione dei centri CAS nel nostro paese. Lo SPRAR è una forma di accoglienza direttamente gestita dal comune, con un numero massimo di migranti rapportato alla popolazione residente, che nel nostro caso sarebbe pari a 6 richiedenti asilo. Il CAS, invece, non prevede limiti al numero di migranti destinati al paese. Infatti dopo la richiesta dell’attuale gestore dell’albergo “Alla Terrazza” di trasformare l’attività in un centro CAS, il Prefetto ha immediatamente previsto l’arrivo di 10 migranti, con la possibilità di ampliarne il numero fino a 28. Lo stesso Prefetto ci ha spiegato che i migranti che dovrebbero arrivare sarebbero tutti maschi dai 18 ai 28 anni.

Le preoccupazioni

Interneppo è un paesino di 140 abitanti, senza possibilità di occupazione lavorativa, con scarsissimi collegamenti ai grandi e medi centri urbani, con un solo piccolo negozio di alimentari, nessun bar e una popolazione prevalentemente anziana. Questo è ciò che ci preoccupa e che ci ha spinto a scrivere una lettera per cercare di riflettere su questa situazione, penso comune ad altri piccoli paesi. Come sarebbe possibile anche solo auspicare una minima integrazione con queste premesse? Quale può essere l’obiettivo funzionale di questa forma di accoglienza? Molti in paese parlano di questa situazione con paura. Paura dell’ignoto, paura del diverso da te. Queste sono paure ataviche. Crediamo sia normale che possano insorgere dei timori, in fondo arriveranno persone che non conosciamo, con un vissuto diverso dal nostro. Ma questo non è il punto. Quello che infastidisce e lascia perplessi è la disorganizzazione, il fatto che si pretenda di inserire in un contesto sociale come quello descritto uomini adulti a cui la nostra realtà non ha davvero nulla da offrire.

Le richieste

Detto questo riteniamo invece che una famiglia o delle mamme con dei bambini avrebbero molte più possibilità di integrarsi, di diventare parte della nostra comunità, arricchendola con la propria cultura e il proprio vissuto e ricevendone in cambio tutta l’accoglienza e l’affetto di cui il nostro piccolo ma bellissimo paesino saprebbe e vorrebbe offrire. Abbiamo voluto condividere con voi il nostro punto di vista. Abbiamo voluto sollevare la questione cercando di riflettere il pensiero di molti e di immedesimarci in chi dovrà arrivare. Non è una questione politica la nostra. La politica in questa situazione non c’entra nulla, c’entra il buon senso. L’integrazione di queste persone che arriveranno non può essere lasciata al caso, ma pianificata e strutturata. La soluzione non è inserire in modo indiscriminato migranti in micro realtà come la nostra e incrociare le dita che tutto funzioni, che non ci siano problemi con gli abitanti del luogo. E proprio per questo motivo riteniamo che probabilmente lo SPRAR fatto con buon senso, controllato direttamente dal comune, strutturato in corsi e attività, possa essere la soluzione migliore per il paese e per gli stessi migranti.

L'Hotel Alla Terrazza posizionato vicino al Logo dei Tre Comuni, foto tratta da www.tarvisiano.org

Hotel Alla Terrazza foto tratta da https://www.tarvisiano.org-2

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