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Mercoledì, 17 Aprile 2024
Cronaca

Come difendersi e difendere gli alveari dal Calabrone Asiatico 

Chi è l'insetto chiamato Vespa velutina, ma anche "calabrone dalle zampe gialle", e cosa fare per difendersi in caso di puntura e di avvistamento

Il calabrone asiatico (Vespa velutina) sottospecie nigrithorax è un imenottero di circa 30 mm di colore bruno nerastro con una larga banda giallo-arancione sull’addome ed una sottile linea gialla sul primo segmento. Si tratta di una specie aliena invasiva proveniente dal Sud Est Asiatico. È arrivato in Europa presumibilmente nel 2004 per via aerea, attraverso un carico di piante e porcellane proveniente dalla Cina e diretto a Parigi. Dalla Francia si è poi diffuso in numerosi paesi europei, compresa l’Italia. Dal 2014 il calabrone asiatico ha iniziato a colonizzare dapprima la Liguria per poi procedere verso le regioni dell’Italia Nord Orientale. Attualmente è stato segnalato in Veneto ma non ci sono ancora segnalazioni certe in merito alla sua presenza nella Regione Friuli Venezia Giulia.

Guarda anche: cosa fare in caso di punture di api, vespe e calabroni

Ciclo di vita

Il calabrone asiatico è un imenottero sociale con un ciclo di vita annuale. Alla fine dell’inverno le regine si svegliano dal periodo di ibernazione ed iniziano a costruire un nido di piccole dimensioni, definito primario, spesso anche in prossimità delle abitazioni. Con l’avvicinarsi della stagione estiva, la colonia di calabroni cresce e a un certo punto abbandona il nido primario a favore di un nido secondario, di dimensioni maggiori e spesso collocato in ambiente extraurbano sugli alberi di grosso fusto. Il nido secondario può contenere da 6.000 a circa 12.000 individui e può generare circa 300-500 regine. Le regine alla fine dell’autunno entrano in ibernazione ed il loro tasso di sopravvivenza fino alla primavera successiva è di circa 1-10%.

Gli avvistamenti

Per prevenire la diffusione rapida del calabrone asiatico nella Regione Friuli Venezia Giulia è molto importante riuscire ad identificare precocemente la presenza di questa specie aliena. I calabroni asiatici sono dei formidabili predatori delle api di cui si nutrono avidamente soprattutto nel periodo primaverileestivo. Ogni singolo calabrone può catturare 20 - 50 api al giorno e quando l’alveare è debilitato spesso entra all’interno dello stesso. Nel caso in cui vengano osservati calabroni che catturano le api davanti agli alveari, oppure si noti la presenza di grossi nidi di calabrone sugli alberi, si raccomanda di chiamare il numero unico emergenze 112.
I danni causati dal Calabrone asiatico non sono semplicemente legati alla predazione delle api ma coinvolgono l’alveare nel suo complesso, poiché la presenza della Vespa velutina mette in situazione di stress tutto l’alveare che blocca la sua attività.

I rischi

Le informazioni disponibili in merito al rischio che la presenza del calabrone asiatico comporta per la salute dell’uomo sono controverse. Secondo alcuni autori il rischio per la salute umana è simile a quello causato dal calabrone europeo, mentre secondo altre fonti l’aggressività della Vespa velutina nei confronti dell’uomo è maggiore come diffusamente riconosciuto dagli abitanti di Java e Taiwan. Ad ogni modo la puntura di questo calabrone è molto dolorosa e, in alcuni casi, può essere letale. Tutti concordano sul fatto che  gli attacchi più gravi avvengono quando le colonie sono disturbate.  Le persone che rientrano nelle categorie a rischio sono rappresentate da tutti coloro i quali per motivazioni diverse frequentano ambienti extraurbani agricoli e boschivi durante la stagione estiva.  Tali soggetti devono prestare particolare attenzione alla presenza dei grossi nidi secondari ed in particolare a quei nidi costruiti su alberi bassi o arbusti ai quali non bisogna mai avvicinarsi.

Come evitare di essere punti dagli imenotteri

Qui le indicazioni: 

  • evitare di indossare abiti larghi, di colore scuro, sgargiante o con motivi floreali;
  • non viaggiare in automobile con i finestrini aperti; 
  • in caso di contatto con api, vespe o calabroni restare calmi e, se possibile immobili;
  • usare cautela quando si lavora all’aperto, in soffitta o sui cornicioni dei tetti; 
  • far bonificare da personale esperto eventuali nidi nei pressi della propria abitazione; 
  • applicare le zanzariere alle finestre di casa; z coprire cibi e bevande;
  • evitare di usare profumi, lacca per capelli o creme;
  • non bere direttamente dalle lattine aperte; 
  • sigillare i rifiuti;
  • non usare mai gli insetticidi per zanzare o altri insetti poiché la loro azione è lenta e di solito gli imenotteri riescono a pungere chiunque si trovi nelle vicinanze prima di morire.

In caso di puntura

Le indicazioni sono le stesse raccomandate in caso di puntura da imenottero ovvero: dopo la puntura dell’insetto è bene rimuovere immediatamente il pungiglione, se questo è rimasto conficcato nella cute (in caso di puntura d’ape) evitando di stringerlo tra le dita perché il sacco velenifero attaccato allo stesso potrebbe continuare ad iniettare altro veleno. Utilizzare una limetta, un’unghia o qualsiasi arnese ci consenta di estratte il pungiglione dal basso. Applicare sempre in sede di puntura del ghiaccio. Tutte le persone che dopo essere state punte da un’ape, una vespa o un calabrone, in pochi minuti accusano uno o più dei seguenti sintomi: orticaria, vertigini, difficoltà di respiro devono chiamare il 112 e nell’attesa dell’arrivo dei soccorsi, è bene rimangano distesi con le gambe sollevate.  La terapia d’emergenza, nei soggetti allergici già punti in precedenza e che hanno sviluppato una reazione allergica grave, è l’adrenalina contenuta nell’apposito autoiniettore, che si raccomanda di portare sempre con sé - chi è allergico lo sa - e che deve essere rapidamente iniettata dopo aver rimosso il tappo protettivo ed aver mantenuto una pressione moderata per 10 secondi sulla parte anterolaterale della coscia per garantire l’iniezione del farmaco. Chiamare immediatamente il 112 o recarsi al più vicino pronto soccorso portando con sé il dispositivo utilizzato.


  

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