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Cronaca

Reddito di cittadinanza: il "caso Udine" infiamma il dibattito in Italia

Il sindaco Fontanini su Morning News di Canale 5: "ci sono persone che preferiscono stare al bar o a guardare la tv piuttosto che attivarsi per trovare un lavoro"

Non si placano le polemiche per il caso sollevato dal sindaco di Udine Pietro Fontanini sui percettori di reddito di cittadinanza. La situazione di Udine sembra portare alla luce un malcostume generalizzato mettendo in evidenza come questa formula non sia in grado di raggiungere gli obiettivi per cui era stata creata. Il Comune di Udine aveva promosso cinque progetti per impiegare diciotto persone, iscritte ai centri per l'impiego, in varie attività: dalla manutenzione del verde, al controllo dello stato di marciapiedi e strade, dal presidio dei giardini pubblici, all’assistenza dei cittadini negli uffici dell’ambito socio sanitario fino il riordino e la pulizia degli spazi che ospiteranno le iniziative di UdinEstate.

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I progetti del comune di Udine

La notizia fa scalpore in tutta Italia: su seicento persone che prendono il reddito di cittadinanza nel capoluogo friulano, solo tre hanno accettato di partecipare ai progetti socialmente utili dell'amministrazione comunale.

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La rabbia di Fontanini

Le persone interpellate e che hanno rifiutato sembrano non essere a conoscenza del fatto che il loro rifiuto sia contro la legge. La quale prevede l'obbligo di partecipare a queste attività pena la sospensione dell'erogazione della somma di denaro. Il sindaco, questa mattina, è intervenuto a Morning News su Canale 5 e ha sottolineato non solo i fatti accaduti nella città ma anche come "la disoccupazione qui da noi è molto bassa, se si vuole un posto di lavoro, si trova". E punta il dito verso chi si dovrebbe occupare di gestire le situazioni relative al reddito di cittadinanza: "vedo una certa confusione e certo lassismo di chi dovrebbe controllare e indirizzare queste persone ad adempiere ad un obbligo che è previsto dalla legge". Ma non risparmia le critiche nemmeno nei confronti di chi questi soldi  li prende legittimamente ma non vuole lavorare le otto ore a settimana richieste dai progetti del comune: "più comodo stare al bar o a guardare la televisione che andare a lavorare". Il primo cittadino conclude, con un certo scetticismo: "noi segnaliamo le persone che rifiutano di lavorare ai centri per l'impiego ma poi non sappiamo se e quali provvedimenti verranno presi".

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