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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso / Fiumicello

Nessuna collaborazione dall'Egitto sul caso Regeni: processo sospeso

Il rinvio a ottobre, a causa dell’irreperibilità degli imputati. Una nuova beffa per la famiglia di Giulio Regeni, sequestrato e ucciso dagli 007 egiziani nel 2016

Il gup di Roma Roberto Ranazzi, alla luce delle comunicazioni giunte dal ministero della Giustizia e dai carabinieri del Ros sul diniego da parte del governo egiziano ad una collaborazione, ha disposto la sospensione del procedimento. Gli imputati, quattro 007 egiziani accusati di avere sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni, restano irreperibili. Così il gup è stato costretto ad affidare ai Ros nuove ricerche. La nuova udienza è stata fissata per il 10 ottobre. In quell'occasione verrà sentito anche il capo dipartimento Affari di giustizia del ministero Nicola Russo sugli eventuali sviluppi dopo la nota inviata alle autorità egiziane in seguito all'incontro del 15 marzo scorso.

L’avvocata della famiglia Regeni: "Ennesima presa in giro, Draghi intervenga"

La famiglia di Giulio Regeni ha espresso la propria indignazione attraverso l'avvocato Alessandra Ballerini: "Prendiamo atto dei tentativi falliti del Ministero della Giustizia di ottenere concreta collaborazione da parte delle autorità egiziane e siamo amareggiati e indignati dalla risposta della procura del regime di al Sisi che continua a farsi beffe delle nostre istituzioni e del nostro sistema di diritto. Chiediamo che il presidente Mario Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, l'elezione di domicilio dei quattro imputati dal presidente al Sisi e ci consenta lo svolgimento del processo per ottenere giustizia riguardo il sequestro le torture e non l'omicidio di Giulio''.

''La lesione della tutela della vita, della libertà e dell'integrità dei cittadini all'estero, come la Presidenza del Consiglio ricorda nel suo atto di costituzione di parte civile, costituisce grave pregiudizio dell'immagine e del prestigio dello Stato italiano nella sua funzione di protezione dei propri cittadini. Quindi - ha aggiunto la legale - visto il conclamato ostruzionismo, egiziano pretendiamo da parte del nostro governo la necessaria, tempestiva e proporzionata reazione''. ''Stare inermi ora, permettere al regime di al Sisi di bloccare questo processo faticosamente istruito, consentirebbe l'impunità degli assassini di Giulio ed equivarrebbe ad essere loro complici. Il nostro governo ha il dovere invece di esigere energicamente giustizia. Il governo alzi la voce e la faccia sentire, pretendendo l'elezione di domicilio di questi quattro imputati. Sappiamo chi sono e dove lavorano, bisogna permettere a questo processo di andare avanti. Oggi - ha concluso - è stata un'ennesima presa in giro per tutti noi per tutti voi, per tutti noi. Nessuno di noi è più al sicuro all'estero''.

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