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Cronaca

Caso Contarena, Laudicina: "Che paghino i debiti prima di parlare"

Il titolare della Spritz Time, Edoardo Leone, sostiene che il contratto sia nullo per la mancanza di autorizzazioni non sanabile. La risposta dell'assessore al bilancio non si è fatta attendere. "Versino i 383mila euro"

La disputa legale tra Caffè Contarena e Comune è sospesa fino al 23 marzo, data in cui Tar deciderà se esprimersi sullo sgombero del locale disposto da Palazzo D'Aronco o rimandare la questione al giudice civile. Le scaramucce verbali però non si arrestano. "L'assessore Laudicina dichiara con troppa leggerezza che sanerà la mancanza di autorizzazioni relative alle locazioni degli immobili vincolati". Edoardo Leone amministratore unico della Spritz Time, società che gestisce il locale storico attacca il Comune. "Noi stiamo seguendo l'iter indicato dalla Soprintendenza per la sanatoria. Che pagassero il debito di 383 mila euro prima di puntare il dito” risponde l'assessore Laudicina.

I fatti

La Soprintendenza alle Belle Arti, in una lettera, aveva comunicato all'Amministrazione comunale le mancate richieste di autorizzazione per le locazioni degli immobili vincolati. Il Comune è titolare di circa una trentina di questi contratti, una decina quelli relativi a Palazzo D'Aronco, dove si trova anche il Contarena. L'assessore Laudicina ha dichiarato che saneranno gli inadempimenti relativi ai locali storici dati in concessione il prima possibile. Ma, in pratica, secondo quando afferma Leone, questo sarebbe impossibile in quanto queste autorizzazioni non possono essere sanate secondo la legge. Quindi il contratto di locazione del Contarena, ma anche quello di tutti gli altri, potrebbe essere nullo. Con tutte le conseguenze che deriverebbero se questa situazione fosse confermata.

Il punto di vista del Contarena

Leone spiega così le sue affermazioni "Secondo l'articolo 164 del D.L. 42/2004 tutti gli atti giuridici compiuti senza autorizzazione sono nulli. Per tanto non sono sanabili. Inoltre, se anche l'autorizzazione venisse concessa oggi, non sarebbe retroattiva. Ma, se anche per ipotesi lo fosse, bisognerebbe riportare negli atti l'autorizzazione stessa, le prescrizioni e aggiungere una clausola risolutiva espressa condizionata a queste prescrizioni ai sensi dell’articolo 55 bis. Ma la mancanza della clausola dell'articolo 55 bis negli atti renderebbe comunque nullo l'atto". In parole povere, sembra che il contratto di locazione per il Contarena sia nullo. 

"Quindi – continua Leone – non si tratta di un cavillo amministrativo come vuol far credere l'assessore". E prosegue: "Noi non ci vogliamo nascondere dietro questo cavillo, sulla nullità della mancanza delle autorizzazioni obbligatorie per legge, per rivendicare le nostre ragioni. Abbiamo già versato 970 mila euro nelle casse del Comune di Udine da ottobre 2005 ad oggi. Noi abbiamo solo chiesto i soldi spesi e dovuti per legge per la straordinaria manutenzione ed i danni documentati che ci ha procurato la chiusura del locale per il rifacimento dell’impianto elettrico. Questo significa che oggi noi non siamo debitori del Comune di Udine ma creditori e, visto che non hanno mai voluto confrontarsi con noi, questa è una realtà che emergerà nei tribunali a cui abbiamo dovuto rivolgerci dopo il loro attacco. L’atto di citazione dell’avvocato Onesti fa un quadro molto dettagliato della situazione e su 54 pagine, solo tre vengono dedicate all’argomento delle autorizzazioni". E conclude: "In realtà noi siamo per il dialogo, ci piacerebbe sederci ad un tavolo per risolvere le questioni ed evitare danni maggiori. Ma il contratto stipulato sotto questa amministrazione è nullo, con le conseguenze che ne derivano. Dal Comune abbiamo sempre trovato poca propensione al confronto".

La risposta dell'amministrazione

L'assessore al patrimonio del Comune di Udine Francesca Laudicina afferma: "Stiamo seguendo l'iter tecnico che ci ha indicato la Soprintendenza. Non nego che a monte ci fosse un errore, ma adesso vogliamo e possiamo porvi rimedio. Già nella giornata di ieri, l'ufficio patrimonio dovrebbe aver fatto partire la procedura per la richiesta per la sanatoria così come suggerito proprio dalla Soprintendenza. Questo gioco delle parti è diventato quasi incomprensibile". La Laudicina sottolinea: "In questi ultimi due anni, i gestori del Contarena non hanno versato un solo centesimo nelle casse del Comune. Nemmeno un canone di locazione. Il debito totale ammonta a 383 mila euro. Ci potrà anche essere una causa che vedrà in merito forma del contratto ma loro stanno utilizzando un mobile che non è loro, attrezzature che non sono loro senza pagare il becco di un quattrino". E aggiunge: "Dovessero anche cambiare i termini del contratto, i soldi sono dovuti. E sfido chiunque a trovare un locale di tal pregio con un canone di soli tremila e cinquecento euro mensili. Nessuno degli altri locatari di palazzo D'Aronco si è permesso di non pagare, in questi anni difficili, magari ci sono stati ritardi o aggiustamenti ma hanno sempre ottemperato all'impegno". Alla fine, conclude: "Quell'immobile è un bene dichiarato di natura commerciale già a suo tempo dalla Soprintendenza e noi, come Amministrazione pubblica, non abbiamo mai fatto nessun intervento senza previa autorizzazione. Quindi da un punto di vista amministrativo, bisognerà sanare le autorizzazioni mancanti, però, da un punto di vista concreto, Comune e Soprintendenza hanno sempre lavorato di pari passo".

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