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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

La Polizia in difficoltà: «Grave problema per la sicurezza»

L'allarme, relativo al personale in provincia di Udine, arriva dall'Ugl-Polizia di Stato

Grave carenza di personale della Polizia di Stato nella provincia di Udine. La denuncia arriva dall’Ugl -Polizia di Stato. «A fronte di un organico complessivo che nel 2004 si aggirava intorno alle 600 unità - dicono dal sindacato - , il numero di poliziotti operanti a Udine, negli ultimi dieci anni, si è ridotto drasticamente di un terzo ed oggi consta di appena 400 persone delle quali, nei prossimi tre anni, circa 100 andranno in quiescenza».

«Tutto ciò rappresenta un grave problema per la sicurezza nella provincia che, a fronte di una costante ed evidente serie di reati quali furti (che spesso non vengono denunciati perché manca la certezza della pena), rapine, reati contro la persona in genere, truffe e frodi informatiche, dispone di sempre minori risorse investigative e di prevenzione nel controllo del territorio».

IL QUADRO DELLE RIDUZIONI SECONDO IL SINDACATO

Questura: la riduzione di questi ultimi anni di quasi il 30% del personale in tutte le sue articolazioni, una pianta organica ferma alle esigenza operative del 1989 - mai rivista in chiave moderna - che stabilisce quote numeriche assolutamente inadeguate ai tempi attuali e la mancanza di un adeguato turn-over, non permettono più di far fronte alle innumerevoli esigenze operative del territorio, soprattutto in questo delicatissimo periodo storico, che vede nel tessuto sociale un malumore sempre più diffuso ed un esponenziale aumento della microcriminalità.

Polizia Ferroviaria di Udine: dispone di 27 unità, a fronte delle 56 previste dalla pianta organica ministeriale, di cui 20 impiegate a rotazione nelle 24 ore con cui deve garantire livelli minimi di sicurezza difficilmente sostenibili sia all’interno che nelle vicinanze della stazione.

Commissariato di P.S. di Tolmezzo: si è resa necessaria una riduzione dei servizi di controllo del territorio nella sola fascia oraria 08.00-20.00 ed anche questa non sempre garantita.

Commissariato di Cividale: sconta lo scotto di un organico drasticamente ridotto ai minimi termini, con cui garantire comunque il miglior servizio istituzionale possibile, a fronte di sempre maggiori sacrifici da parte del personale operante.

Polizia Stradale: non riesce più ad assicurare la propria presenza sulla viabilità ordinaria perchè costretta a privilegiare il servizio autostradale in virtù di convenzioni (Ministero/Autovie Venete) che non tengono assolutamente conto dell’attuale situazione. Inoltre, da tempo, questa Segreteria Provinciale denuncia la possibile chiusura della Sezione di Tolmezzo.

Polizia di Frontiera: ormai tutto il personale della Polterra di Tarvisio, da quasi due anni, dedica la propria attività lavorativa esclusivamente ai profughi provenienti dalla vicina Austria. Per far fronte a questo fenomeno, a partire dall’11 settembre u.s., è entrato in vigore il protocollo d’intesa firmato dalla Polizia italiana con la controparte carinziana, in base al quale alle nostre forze dell’ordine è consentito svolgere operazioni di controllo misto su tutti i treni in arrivo da oltre confine, direttamente in territorio austriaco. Tale condizione ha prodotto una sensibile diminuzione del flusso dei profughi in arrivo via treno nel Tarvisiano, ma persiste comunque il fenomeno degli stranieri rintracciati sul territorio nazionale dopo l’attraversamento a piedi della frontiera;

Polizia Postale: purtroppo il nefasto progetto ministeriale di chiusura della Sezione Polizia Postale non è mai stato messo da parte. In un momento in cui i reati informatici sono in preoccupante aumento, risulta del tutto incomprensibile l’ipotesi di soppressione di presidi così importanti, i cui addetti sono costantemente impegnati, in prima linea, nel contrastare reati gravissimi quali la pedofilia, il bullismo, le truffe e le frodi informatiche, che hanno un impatto sociale di altissimo livello. Il progetto “romano” lascerebbe così, in Friuli Venezia Giulia, un unico Ufficio specialistico ubicato a Trieste e ciò, innegabilmente ed agli occhi di tutti, non può certo rappresentare un bene per la comunità, se non per coloro che avranno più libertà di delinquere in tale senso.

Quanto esposto - fanno sapere dall'Ugl Polizia di Stato -, «comporta un’inevitabile ricaduta negativa sul personale della Polizia di Stato della provincia - chiamato ad assolvere ad un impiego sempre più gravoso ed estenuante -  che dovrebbe essere la prima e più importante fonte di preoccupazione per tutti, perché i locali operatori della Questura e di tutte le altre Specialità stanno raggiungendo livelli di sopportazione operativa psicofisica molto alti, che potrebbero portare a conseguenze alle quali questa O.S. non vuole neanche lontanamente pensare, ma che allo stesso tempo ne denuncia l’incombente possibilità. Ciò nonostante ci sono poliziotti (almeno 95 come riportato dalla circolare ministeriale) che aspettano da più di vent’anni (a novembre sono previsti i prossimi trasferimenti) di ottenere un più che meritato avvicinamento al proprio nucleo familiare ed un trasferimento in provincia».
 

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