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Cronaca

Dal Venezuela l'appello dei friulani: «Non abbandonateci»

A Caracas la situazione sta precipitando: corregionali senza cibo e medicine

I disordini che si continuano a registrare in Venezuela, ed in particolare nella città di Caracas, stanno colpendo duramente anche la comunità friulana presente nella capitale sudamericana. Le proteste da parte dell’opposizione stanno continuando nelle strade e nelle piazze della città, e hanno come scopo principale quello di ottenere le dimissioni da parte del presidente Maduro e la convocazione delle elezioni generali. 

Una situazione insostenibile sia per i venezuelani che per i tanti friulani che, oramai da anni, si son trasferiti a Caracas e nelle principali città venezuelane. Da mesi le difficoltà sono molteplici, e con il passare del tempo e con il proseguo della guerriglia, si fanno sempre più complicate. Mancano contanti, cibo, medicine, beni di prima necessità e la sera scatta un coprifuoco preventivo per evitare di trovarsi in strada con il calar della notte. Inizia a scarseggiare anche il carburante, un paradosso se si pensa che il Venezuela è una delle più grandi riserve di petrolio, seppur extrapesante, del mondo

Una situazione critica tanto che, con il passare dei mesi, le sedi dei Fogolârs sono state costrette a chiudere, e quello di Caracas, che era restato aperto più a lungo, ha abbassato le saracinesche nel 2016 a causa di continue razzie, con danni all’immobile e ai suoi ospiti. 

Così molti friulani, visto il degenerare della situazione, hanno deciso di tornare in Italia abbandonando una vita costruita cogliendo opportunità, ma fatta anche di fatica e sacrifici. In molti però hanno deciso di restare in quel paese, in quelle città che oramai sono diventata la loro casa.

«Le maggiori difficoltà - ci fanno sapere dei friulani che vivono ancora in Venezuela ma che temono ripercussioni  - è il reperimento dei medicinali e dei generi alimentari.  Se per caso riusciamo  a trovarli i prezzi sono talmente alti che pochissime persone possono permettersi di acquistarli a causa della forte inflazione in aumento esponenziale. Violenza e insicurezza travolgono tutti: stranieri, poveri e ricchi. Le uniche persone che si salvano sono quelle allineate con il potere».

«Vogliamo lanciare un appello al governo italiano affinché non abbandoni i suoi cittadini e noi friulani in Venezuela. La verità è che quaggiù muoiono ogni anno da 25 a 28 mila persone a causa della delinquenza, senza contare che il regime di Maduro sta diventando sempre più repressivo e violento».                        

La situazione appare gravissima e molti corregionali non possono lasciare il Venezuela: tutti i loro beni al momento, visto quanto sta accadendo, non hanno alcun valore. Chi ha potuto è rientrato in patria ma per gli altri, soprattutto gli anziani che in Venezuela si era formati una nuova vita, il ritorno in patria è praticamente impossibile poiché i propri beni sono senza valore. Inoltre, tante famiglie si sono sciolte cercando di dare una possibilità almeno alle giovani generazioni che hanno tutta la vita a disposizione. In Venezuela in questo momento si muore di fame.

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