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Cronaca

Nuovo Cal: diretto dai Comuni ex capoluogo di provincia e da 18 rappresentanti degli ambiti territoriali

Per assicurare un'adeguata rappresentanza dei Comuni più piccoli si prevede la possibilità di ricorrere a elezioni suppletive qualora non siano stati individuate con la prima votazione

Dopo un lungo e articolato dibattito, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (26 i sì di Lega, FI, Progetto FVG, FdI/An; 14 i no di Pd, Open Sinistra FVG, Cittadini, Patto per l'Autonomia e l'astensione del MoVimento 5 Stelle), le disposizioni urgenti in materia di rappresentanza istituzionale degli enti locali (ddl n. 8) a modifica della legge regionale 12/2015.

Nel provvedimento, con le proposte modificative presentate dalla Giunta e accolte dall'Aula, prende forma la nuova composizione del Consiglio delle autonomie locali (Cal). 

I provvedimenti

Il testo dispone che il nuovo Cal sia composto di diritto dai quattro Comuni ex capoluogo di provincia (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine) e da 18 componenti elettivi individuati all'interno dei 18 ambiti territoriali. 

La composizione

Inoltre, per assicurare all'interno del Cal un'adeguata rappresentanza dei Comuni più piccoli, quelli con popolazione fino a 3.000 abitanti, si prevede la possibilità di ricorrere a elezioni suppletive qualora non siano stati individuate con la prima votazione, almeno due municipalità di questa tipologia. Alla votazione aggiuntiva partecipano solo i sindaci dei Comuni minori, suddivisi in due diverse conferenze per individuare rispettivamente un Comune montano e un Comune non montano. La norma prevede che alle riunioni partecipi il sindaco del Comune componente del Cal, il quale potrà eventualmente delegare il sindaco di uno degli altri Comuni che, pur non facendo parte del Consiglio delle autonomie, siano compresi nel medesimo ambito territoriale. 

Le minoranze

Per la salvaguardia e la valorizzazione delle comunità linguistiche friulana, slovena e tedesca partecipa ai lavori del Cal un rappresentante per ciascuna Assemblea delle suddette comunità. Ulteriori disposizioni disciplinano la prima costituzione del Cal secondo le nuove norme, e prevedono la prorogatio dell'attuale composizione che, in questa fase transitoria, viene integrata con la partecipazione dei Comuni di Codroipo, Gemona del Friuli, Monfalcone, Sacile, San Daniele del Friuli e Tarvisio, municipalità tradizionalmente rappresentative dei rispettivi ambiti ed escluse perché non aderenti alle Unioni territoriali intercomunali. 

Le reazioni

Un «colpo di mano della Giunta regionale». Il capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio regionale Massimo Moretuzzo commenta così la proposta di modifica alla composizione del Consiglio delle Autonomie locali presentata dall’assessore Pierpaolo Roberti, che prevede l’elezione di 18 componenti in riferimento ai 18 ambiti socio-assistenziali ed elezioni suppletive per dare voce ai Comuni sino a 3.000 abitanti. Una proposta – che è stata sottoposta oggi all’esame dell’Aula e poi approvata a maggioranza –, mai discussa precedentemente, cancella quella passata in Commissione e approvata all’unanimità dall’attuale Cal. «Contestiamo con forza questo metodo di operare», afferma Moretuzzo.
«L’urgenza della modifica della composizione del Cal sollecitata dalla maggioranza aveva portato a un Disegno di legge della stessa maggioranza discusso nella V Commissione consiliare e approvato all’unanimità dai sindaci presenti nel Cal, in attesa di un riordino complessivo del sistema. A distanza di pochissimi giorni – evidenzia Moretuzzo –, senza sentire la Commissione competente e senza riconvocare il Cal, l’assessore Roberti ha deciso di presentare direttamente in Aula un emendamento che stravolge completamente l’assetto dibattuto e condiviso. Dove sta il rispetto del ruolo del Consiglio regionale in merito alla discussione? E perché tutta questa urgenza di superare quanto già approvato? Questo modo di agire è inaccettabile – denuncia il capogruppo del Patto per l’Autonomia –, su temi come questi è fondamentale che ci sia una condivisione ampia e una discussione ponderata, che coinvolga tutti i soggetti in campo e avrebbe potuto essere posticipata al prossimo autunno. La Giunta regionale, con la scusa di ridare voce ai Comuni che non hanno aderito alle Unioni territoriali intercomunali, sta ignorando completamente la voce dei territori e del Consiglio regionale».

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