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Cronaca

Utilizzo richiami vivi nella caccia: nuova proroga a fine 2015

Le motivazioni della decisone secondo il presidente udinese Adriano Piccoli

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di UdineToday

La sezione provinciale  di Federcaccia Udine comunica che è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale  (n. 130  del 7 giugno 2014) la nuova ordinanza che proroga al 31 dicembre 2015 la deroga per l’utilizzo dei richiami vivi appartenenti alle specie anseriformi e caradriformi, come previsto dalla Decisione 2013/635/Ue del 31 ottobre 2013.

Per comprendere la motivazione della deroga, spiega il presidente Adriano Domenico Piccoli,  si deve fare riferimento a quanto contenuto nell’allegato A, del “Protocollo operativo” dell’ordinanza: «Gli uccelli selvatici e in particolare gli anatidi, per quanto riguarda il rischio di diffusione dell’influenza aviaria, rivestono un ruolo fondamentale, poiché in grado di mantenere la maggior parte dei virus influenzali aviari nell’ambiente. La norma comunitaria prevede dunque che gli stati membri possano decidere in merito all’utilizzo dei richiami vivi a seguito della valutazione del rischio e dell’attuazione di una serie di misure di controllo sia degli individui sia del loro stato sanitario».

La decisione 2006/574/Ce del 18 agosto 2006 ha introdotto la possibilità di derogare al divieto di utilizzo di richiami vivi mediante l’adozione di rigide misure di sorveglianza. «Nell’ordinanza – prosegue Piccoli –: si legge ancora che la situazione epidemiologica nazionale allo stato attuale può essere considerata favorevole per la concessione della deroga in questione nel rigoroso rispetto di quanto contenuto nella Decisione del 2013. Premesso che la deroga andrà immediatamente sospesa qualora la situazione epidemiologica, a seguito di diffusione di virus influenzali, dovesse modificarsi e quindi raffigurarsi un grave rischio sanitario, gli uccelli da richiamo appartenenti alle specie anseriformi e caradriformi, potranno pertanto essere utilizzati nell’attività venatoria».

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