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Mercoledì, 24 Aprile 2024
bracconaggio / Lestizza

Catturava uccellini e li lasciava morire di freddo: condannato bracconiere

Un bracconiere di Lestizza ha maltrattato e ucciso degli uccelli lasciandoli morire di freddo, impigliati nelle reti per l’uccellagione da lui installate in violazione delle norme nazionali ed europee

Un bracconiere e cacciatore di Lestizza è stato condannato per maltrattamento e uccisione di animali e uccellagione. Per questi motivi, oltre che per essere stato trovato in possesso di cartucce non denunciate e di fauna protetta, un cacciatore di Sclaunicco di Lestizza è stato condannato a otto mesi di reclusione, al risarcimento del danno patito dalla parte civile e alla refusione delle spese legali, con l'assistenza dell'avvocato Maddalena Bosio del foro di Udine.

L'uomo era stato sorpreso nel gennaio di tre anni fa, nel 2019, a catturare un tordo: la denuncia, costruita sulla base di diverse ipotesi di reato, era partita dal Corpo forestale regionale Fvg. La sentenza, a termine del processo che si è svolto per rito abbreviato, è stata emessa dal giudice di Udine, Paolo Lauteri: 8 mesi di reclusione e risarcimento di 2mila euro di danni: il giudice, infatti, ha ritenuto fondate le accuse di uccisione (una cinciallegra catturata con la rete), maltrattamento di animali (il tordo di cui sopra) e detenzione di 56 esemplari di fauna protetta. L'uomo è stato altresì assolto dal reato di furto venatorio.

Le pratiche

La cattura degli uccelli con le reti, comunemente definita uccellagione, è secondo quanto riporta la Lav Lega anti vivisezione, una pratica crudelissima, vietata fin dal 1977 in tutta l’Unione Europea dalla Direttiva Uccelli, che comporta la cattura di piccoli uccelli mediante reti praticamente invisibili. Gli uccelli restano quindi impigliati per ore e giorni, fino a morire di freddo e stenti come nel caso del cacciatore di Lestizza.

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