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Sanità pubblica

Al via la biobanca regionale: aiuterà il lavoro dei ricercatori per trovare nuove cure

Firmato un protocollo tra Asufc e Cro di Aviano. Caporale: "Una collaborazione fondamentale che ci permetterà di creare un sistema integrato che utilizzerà la stessa metodica per la conservazione dei dati"

Una biobanca condivisa, che utilizzi la stessa metodologia, gli stessi sistemi gestionali informatici, i medesimi protocolli operativi e gli identici standard di qualità. Un sistema che aiuti la ricerca scientifica in termini di prevenzione, diagnosi e cura del cancro, della Sla, delle malattie rare, delle patologie croniche legate all’invecchiamento e di virus come il Covid-19. Questo l'obiettivo del protocollo d'intesa firmato ieri tra l'azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale e il centro di riferimento oncologico di Aviano. Sono quasi 180 mila campioni di tessuti, sangue e derivati custoditi all’interno delle biobanche. Un patrimonio inestimabile di informazioni che da ora verrà condiviso ai fini di ricerca e diagnosi. Sarà condivisa anche la modulistica che diventerà uniforme per la gestione del consenso informato. 

Il convegno

A settembre si era svolto un convegno che illustrava il progetto, di cui il protocollo tra le due strutture è solo un primo passo. La volontà è quella di coinvolgere anche altre strutture regionali per creare una specie di conto corrente per la ricerca in cui poter conservare materiale biologico e informazioni cliniche e genetiche, in totale sicurezza.

Al via la prima biobanca in rete

Che cos'è una biobanca

Lo spiega il direttore del dipartimento di Medicina di laboratorio dell’AsuFc Francesco Curcio: "Si tratta di una piattaforma per la raccolta sistematica di materiale biologico di ottima qualità, ma anche di informazioni e dati conservati su un sistema strutturato e analizzabile con i massimi standard di sicurezza e privacy in una cornice etica e legale". Un insieme di informazioni e conoscenze che permetterà di facilitare la ricerca, migliorare la cura e la gestione del paziente e quindi fornire risposte specifiche individuali ai pazienti in termini di terapia, ha sottolineato Curcio che ha aggiunto: "Il Friuli Venezia Giulia nel 2017 ha deliberato di dotarsi di un sistema di coordinamento unico, mettendo a fattore comune le specificità delle singole istituzioni così, dopo l’esempio del Cro, Udine si è dotata della biobanca per le malattie Neuromuscolari e Lisosomiali e, più recentemente, del Bisna, biobanca sull’invecchiamento in salute.Con l'avvento del Covid è stata avviata un’altra biobanca".  Quest'ultima, grazie a un progetto di sperimentazione clinica ha permesso di rivelare nove marcatori "che consentono di distinguere fra i soggetti che sviluppano il Covid in forma grave e quello in forma lieve".

Le dichiarazioni

Il direttore generale AsuFc Denis Caporale ha dichiarato "Questo accordo segna l’avvio di un sistema integrato che, pur garantendo l’esistenza di biobanche distinte, porterà all’unificazione degli approcci fra la nostra azienda e il Cro, per poi estendersi ad altre realtà attraverso un percorso di cui raccoglieremo i frutti fra qualche anno". La direttrice generale del Centro di riferimento oncologico Francesca Tosolini ha sottolineato: "È fondamentale disporre di strumenti interfacciabili e standardizzare i percorsi. Questo ci consentirà di avere una gestione integrata e di renderci parte di un sistema". 

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