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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Nel 2050 i batteri resistenti agli antibiotici uccideranno di 10 milioni persone, convegno a Udine

Sabato 11 novembre iniziativa promossa dall'Ordine dei Medici su come usare (bene) gli antibiotici per non arrendersi ai batteri. In FVG le dosi giornaliere di antibiotico scese a 15 per 1000 abitanti

NO ALL'ANTIBIOTICO FAI DA TE: alcune regole fondamentali

Solo quando servono e solo se strettamente necessari.

Gli antibiotici vanno assunti esclusivamente su indicazione del medico curante o dello specialista. Solo il medico sa quale sia l’antibiotico più adatto all’infezione in atto (se ad esempio uno ad ampio spettro o più mirato). No al “fai da te”! 

Utilizzare un antibiotico in modo errato, qualora il batterio non ne sia sensibile, potrebbe peggiorare l’infezione e debilitare ulteriormente il nostro organismo: ci esporrebbe alla possibilità che i patogeni possano fare ulteriori e peggiori danni.

Occhio poi alle dosi e al periodo di assunzione!

Assumere una quantità di farmaco superiore alla dose prescritta dal medico non accelera il processo di guarigione; assumerne di meno vuol dire non eliminare l’infezione, anzi, ciò può causare cronicizzazione, selezionando batteri patogeni non più sensibili all’antibiotico.  Stessa cosa vale per la durata della terapia: se il ciclo prescritto dal medico è ad esempio di 5 giorni, con posologia 3 volte al dì, l’assunzione dovrà essere esattamente tale e non interrotta, se per caso ci si sente meglio dopo il terzo giorno.

Non interrompere il trattamento: se l’antibiotico prescritto dovesse darci dei disturbi, rivolgiamoci al medico che cambierà farmaco, sempre con proprietà analoghe, oppure ci proporrà ulteriori rimedi in modo da ridurre gli effetti collaterali. Interrompere il trattamento può dar seguito a una ricaduta.

Non prendere antibiotici in caso di influenza non complicata o altre malattie causate da virus e non da batteri, quale il raffreddore; nella maggior parte dei casi servono poco o per nulla. Infatti, raffreddori, mal di gola, influenze sono spesso causate da virus che, differentemente dai batteri, non sono aggredibili dagli antibiotici. Si possono invece usare farmaci antipiretici, quale ad esempio il paracetamolo, stare a riposo, bere molto, assumere frutta e verdura per fare il pieno di vitamine.

Nel caso dell’influenza o tosse persistente, gli antibiotici devono essere utilizzati solo su prescrizione medica da soggetti che soffrono di malattie respiratorie, cardiovascolari e nel caso di anziani fragili, per prevenire o curare possibili infezioni batteriche secondarie all’influenza (ad esempio polmoniti).

DATI ECDC (European Center for Diseases Control): In Italia la klebsiella pneumoniae, responsabile di non pochi decessi tra i pazienti ospedalizzati è resistente alle terapie in oltre il 55% dei casi, quando la media europea è del 30,3%. Anche l’escherichia coli, causa di fastidiose infezioni alle vie urinarie, in Italia è resistente alle cefalosporine nel 30,1% dei casi, contro una media Ue del 13,1. E così via, fino ad arrivare al pericoloso Acinetobacter, anch’esso diffuso soprattutto in ambiente ospedaliero e indicato dall’Oms come uno dei 10 batteri più pericolosi per l’uomo, che in Italia resiste alle terapie antibiotiche di ultima generazione addirittura nel 78,3% dei casi.

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