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Cronaca

Borgobello: ora la Regione riconosca il nostro impegno

Parla il vicepresidente nazionale dell’AIGA (Giovani Avvocati): "tempi di attesa per l’incasso della parcella inaccettabili e il praticantato dovrebbe rientrare nei tirocini retribuiti della Regione"

Non usa mezzi termini Massimo Borgobello, il vicepresidente nazionale dei Giovani Avvocati: per agganciare la ripresa è necessario un intervento della politica a sostegno dei professionisti.
“Parliamoci chiaro: gli avvocati e i professionisti più in generale hanno pagato carissima la crisi ed è ora che il sostegno che hanno dato alle forze produttive e sociali del Paese venga riconosciuto in tutto e per tutto”.


Cosa intende per sostegno alle forze produttive?
“Negli anni della crisi la liquidità mancava: molte aziende si rivolgevano (e si rivolgono tuttora) all’avvocato senza avere la liquidità per pagarlo. Gran parte dell’Avvocatura ha letteralmente fatto credito a chi, per la difficoltà del momento economico, si presentava in studio dicendo apertamente che avrebbe pagato “più avanti” o “quando le cose sarebbero andate meglio”. 


E per quelle sociali?
Gli avvocati in generale – ed i più giovani in particolare – spesso svolgono il ruolo di amministratore di sostegno. In molti casi il beneficiato è un soggetto debole che non è in grado né di provvedere alle proprie esigenze ordinarie, né di far fronte alle proprie spese. In questi casi l’amministratore di sostegno interviene facendo da collegamento con i servizi sociali, ma se il patrimonio del beneficiato è incapiente, l’amministratore si trova ad anticipare le spese vive. Se la Regione istituisse un fondo per le amministrazioni di sostegno, questa attività non sarebbe più - come troppo spesso accade – attività di volontariato a fondo perduto, ma consentirebbe almeno un rimborso dignitoso a chi svolge questa importante funzione.


La questione è anche generazionale?
Gli avvocati delle classi dal 1975 al 1985 hanno iniziato la professione o hanno provato a mettersi in proprio nel momento in cui la crisi economica era più acuta.
Questa situazione, che per molti ha significato anche concorrenza al ribasso, ha garantito alle fasce produttive di potersi difendere nel momento di maggiore difficoltà. Idem per il ricorso al patrocinio a spese dello Stato, drammaticamente aumentato negli anni della crisi e che comporta per il legale attese fino a tre anni per l’incasso della parcella. E’giusto e doveroso che la politica riconosca alla Classe forense i meriti avuti e lo sforzo compiuto.


Anche qui in Friuli la situazione è così difficile?
Certamente il Friuli sta meglio di altre zone d’Italia. Ciò non toglie che anche qui la crisi si sia sentita e che sia necessario intervenire.
A che genere di interventi pensa? Intendiamoci: i bandi regionali per i professionisti già previsti per dalla Regione Friuli Venezia Giulia sono già un ottimo sostegno ed una buona base di partenza, ce li invidiano in tutta Italia. Però andrebbero aggiornati ed ampliati: è per questa ragione insieme alle Sezioni Aiga di Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine (con i relativi presidenti, rispettivamente Damiana Princic, Fabio Gasparini, Elisa Amadeo e Katia Crosilla) per chiedere un incontro ai candidati alla presidenza della Regione in cui presentarle direttamente.


Quali saranno le vostre richieste?
La vera urgenza è garantire asili nido gratuiti per professioniste e lavoratrici, a prescindere dal reddito. Da troppo tempo la maternità (ma direi anche la genitorialità in generale) degli appartenenti alla classe media, è stata lasciata senza tutele né sostegno. Non è questione di bonus, è questione di garantire strutture e servizi permanenti alle fasce di professionisti comprese tra i 30 e i 40 anni, ossia quelle con la natalità inferiore e che spesso non possono accedere ai bandi previsti per chi ha ISEE bassissimi: penso al “Contributo a fondo perduto per consentire alle professioniste ed ai professionisti di conciliare le esigenze della professione con quelle della maternità e paternità per la nascita di un figlio”: si richiede un ISEE del nucleo familiare di 35.000 euro. E’troppo basso.


Cosa avete pensato per i più giovani?
Il praticantato dovrebbe rientrare nei tirocini retribuiti della Regione. Questo intervento consentirebbe a chi esce dall’Università e intende diventare avvocato di non pesare troppo sulle famiglie, come è accaduto alla maggioranza di noi. Poi i bandi per l’avvio della professione, già molto ben strutturati, andrebbero rivisti ed adeguati: ad esempio, oggi è ancora incentivato solo l’acquisto della stampante multifunzione, mentre il mercato porta verso il noleggio a lungo termine, non ricompreso. Non solo: oggi gli incentivi sule locazioni prevedono un tetto massimo di spesa che, tutto sommato, non ha più ragion d’essere. E’giusto sostenere anche chi intende investire di più sullo studio che sulle reti tecnologiche che, per chi parte, sono meno importanti rispetto a quanto non siano per chi è già avviato.


Prima accennava al patrocinio a spese dello Stato: anche per questo avete richieste?
I tempi di attesa per l’incasso della parcella sono inaccettabili, ora per carenza di fondi statali, ora per disfunzioni organizzative di alcuni uffici dei Tribunali. Noi chiederemo due cose: la prima è che il futuro Presidente della Regione si interessi personalmente alla questione, inviando una lettera ai Presidenti dei Tribunali e della Corte d’appello per chiedere delucidazioni sulla situazione di uffici e pagamenti. Il valore politico dell’iniziativa sarebbe enorme per l’Avvocatura. Poi potrebbe intervenire Mediocredito, anticipando le somme dovute ai legali a costo zero. Per questo problema a Udine Aiga ha stipulato una convenzione con la Banca Popolare di Cividale: la questione, però, dovrebbe essere gestita a livello pubblico e non lasciata all’iniziativa, meritoria, di privati. Se Mediocredito divenisse cessionario dei crediti del patrocinio a spese dello Stato senza costi, l’Avvocatura friulana avrebbe un gran beneficio senza particolari costi per le casse pubbliche.

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