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Cronaca

Pedaggi non pagati: Autovie Venete recupera 100.000 euro nel 2013

La società che gestisce la rete autostradale, grazie alla collaborazione della Polizia Stradale, ha recuperato una consistente somma di pedaggi evasi da parte degli autisti finiti nella lista nera. Il 90 per cento è di nazionalità rumena

Autovie Venete con 65 interventi di controllo ha recuperato quasi 100.000 euro nell’arco del 2013, ‘costringendo’ al pagamento del pedaggio un consistente gruppo di utenti inseriti nella lista nera della Società perché abitudinari del transito gratuito. 

“L’importante risultato – spiega il presidente di Autovie Venete Emilio Terpin -  è stato raggiunto grazie a una strettissima collaborazione fra la Concessionaria autostradale e la Polstrada che ha intensificato i controlli soprattutto nel tratto  Latisana – Villesse, dove si concentrano la maggior parte dei transiti diretti verso la barriera di Trieste Lisert da un lato e verso la A23 e quindi Tarvisio dall’altro e dove opera la sottosezione della Polstrada di Palmanova”. 

L’azione della Polstrada si è sviluppata in momenti diversi: durante controlli appositi, ma anche durante la sorveglianza e il pattugliamento di routine. Gli agenti che fermano mezzi pesanti per verificare le condizioni del veicolo, le ore di guida, o il carico, aggiungono a questi accertamenti anche il controllo, consultando l’apposita black list, di pagamenti non effettuati. 

Un lavoro sinergico quindi, fra esattori, centro radio informativo di Palmanova, Coa (centro operativo autostradale gestito dalla Polstrada) e pattuglie  - precisa Terpin - che ha dato ottimi frutti. Un ringraziamento duplice a tutti, quindi, per l’impegno profuso ma in particolare per la capacità di collaborazione che sfata il luogo comune  secondo il quale si lavora a compartimenti stagni”.  

Autovie Venete ha spiegato come si sviluppa l’attività di controllo: nel momento in cui l’autista (straniero il più delle volte e alla guida di un mezzo pesante), accampando scuse di tutti i generi tenta di non pagare - consapevole che prima o poi per problemi di sicurezza quali la formazione di code o l’eccessivo prolungamento della sosta la sbarra verrà alzata - l’esattore chiama la sala radio di Autovie, che a sua volta allerta il Coa il quale provvede a mandare la pattuglia più vicina. A quel punto il ‘portoghese’ non ha più scampo. Se poi, come succede la maggior parte delle volte, dai controlli effettuati in tempo reale nel data base della Concessionaria, emerge che la targa del mezzo è nella black list, all’autista viene chiesto conto anche degli arretrati. Se non può pagare perché non dispone del contante o della carta di credito, scatta il fermo del mezzo, una misura molto convincente. La maggior parte (quasi il 90 per cento) degli autisti che non pagano sono rumeni, mentre la nazionalità del restante 10 per cento è varia. Occasionale il mancato pagamento da parte degli autisti italiani.

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