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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Autismo e fondi dedicati: «Mancano buoni servizi erogati con continuità»

L'intervento della Consulta regionale disabili dopo il video di una mamma in lacrime e la replica dell'assessore Telesca

Prima lo sfogo con il pianto a dirotto di una mamma, poi la risposta dell'assessore alla sanità Telesca. Ora sulla questione autismo - e fondi dedicati - interviene anche la  Consulta regionale persone disabili e loro famiglie con un comunicato che pubblichiamo integralmente. 

Il caso della mamma friulana che piange per la sospensione del servizio di aiuto alla propria figlia con autismo, a causa dei ritardi nei pagamenti dell’azienda sanitaria ad una struttura privata del territorio, impone alla Consulta Regionale delle Persone con Disabilità e le loro Famiglie, assieme all’associazione Progettoautismo fvg,  una serie di riflessioni.

MANCANZA DI SERVIZI. La prima, riguarda la carenza o la  mancanza di servizi per l’autismo sul territorio friulano; la problematica non è solo regionale, ma questo non ci conforta. Mancano buoni servizi erogati  con continuità, sia per i bambini sia per i ragazzi. Non parliamo poi, del trattamento riservato agli adulti o per il dopo di noi. Tale situazione è molto grave e riguarda centinaia di persone. Tutto questo è inaccettabile perché, crea monopoli di servizi, non sempre di qualità. Pertanto la Regione Fvg, le Aziende Sanitarie e i Comuni, dovrebbero essere impegnati con decisione e concretezza  a far crescere nuove realtà pubbliche e di privato sociale, con standard tariffari equi  che possano erogare servizi ad una realtà che, se trascurata rischia di implodere con conseguenze devastanti per tutti.

MANCANZA DI COMPRENSIONE. L’autismo non è una disabilità che si può gestire solo in famiglia: è una condizione grave , che occupa 24 ore su 24 le famiglie. Molti sono costretti sempre a casa, perché non hanno avuto le necessarie ore di riabilitazione o perché il loro figlio non può frequentare i centri diurni, non sempre attrezzati ad accoglierlo. Quello che ci preoccupa, è la difficoltà di comprensione delle gravità delle condizioni di chi vive l’autismo, da parte di coloro che sono preposti all’attuazione dei piani sociosanitari: noi genitori, abbiamo bisogno di istituzioni che capiscano a fondo i nostri problemi.

LE RICHIESTE. Ai politici diciamo che non basta affermare che i fondi sono pochi: interroghiamoci seriamente se questi soldi siano piuttosto spesi bene, in progetti anche coraggiosi, in grado di soddisfare quanto chiede il territorio. Ci appelliamo alla serietà dei funzionari che presiedono i territori:  siete voi l’ago della bilancia, se mancate nei controlli e nell’efficienza a promuovere nuovi servizi, saltano i cardini che tengono in piedi le porte delle nostre case dell’autismo. Mettere la testa sotto la sabbia, contrapporsi sterilmente e rigidamente ad ogni novità e ad ogni richiesta legittima, senza dialogare e proporre soluzioni alternative,  non aiuterà nessuno.

TASK FORCE. Quello che dovrebbe insegnarci il pianto a dirotto di questa mamma, non è la compassione, ma la convinzione  che in Friuli Venezia Giulia ci vuole velocemente l’istituzione di una task force di rete, con le associazioni di persone con disabilità che la Consulta rappresenta, anche nell'ambito del Tavolo Tecnico che si sta per aprire in sede regionale. Le Istituzioni regionali, le UTI  ed i  Comuni, assieme alle aziende sanitarie, si occupino davvero di promuovere SERVIZI CONCRETI, MISTI FRA PRIVATO SOCIALE E PUBBLICO CON TARIFFE EQUE MONITORATI DALLA REGIONE PER EFFICACIA ED EFFICIENZA. SERVIZI INNOVATIVI CHE POSSANO ESSERE SPERIMENTATI CON SNELLEZZA BUROCRATICA, E CON CARICHI ECONOMICI SOSTENIBILI , perché l’autismo non aspetta, l’autismo non ci permette di fare con calma, l’autismo ci impone di essere seri, veri, efficienti ed onesti.


 

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